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NON HO L'ETA' - Italiani in SvizzeraSinossi *: Carmela, don Gregorio, Gabriella e Lorella non si conoscono ma hanno molto in comune. A metà degli anni Sessanta, al culmine della grande ondata migratoria, da soli o insieme alle loro famiglie, sono arrivati in Svizzera, dove hanno vissuto per un periodo più o meno lungo. E qui, hanno vissuto gli anni difficili di Schwarzenbach ascoltando la giovanissima cantante veronese Gigliola Cinquetti, diventata celebre dopo la vittoria del Festival di Sanremo 1964 con Non ho l’età (per amarti).
Grazie al suo aspetto rassicurante, Gigliola fece breccia nel loro cuore, come in quello di tantissimi altri migranti nel mondo. Una bandiera di quell’Italia di un tempo, ormai alle loro spalle, e diventata oggetto di vera e propria venerazione, al punto di essere sommersa da migliaia e migliaia di lettere.
Quattro di queste, giunte intatte ai giorni nostri, parlano proprio di Carmela, don Gregorio, Gabriella e Lorella e della loro avventura di “migranti”. Carmela, la protagonista, ha seguito i genitori in Svizzera, dove per anni ha vissuto da clandestina e dove, con pazienza e tenacia, ha posto le basi per la costruzione della sua famiglia e della sua professione. Don Gregorio, giovane seminarista calabrese a Coira, animatore di attività nelle “baracche”, dopo vent’anni di servizio nelle parrocchie del Canton Zurigo, è tornato nella sua Calabria a occuparsi della sua comunità originaria e dei migranti di oggi. Gabriella, nata in Svizzera da genitori veneti, ha seguito mamma e papà nel loro tentativo fallimentare di rientrare in Italia. Lorella e i suoi genitori, infine, hanno cercato invano rifugio in Ticino e si sono consumati di lavoro senza raggiungere il benessere tanto desiderato.
Quattro storie molto diverse che si incrociano sulle note di una delle canzoni più popolari dell’epoca. Quattro storie diverse che raccontano di speranze, sogni, solidarietà, ma anche (e soprattutto) di chiusura, xenofobia, clandestinità e sfruttamento. Quattro storie oggi più attuali che mai.