Sinossi *:
Le Ombre del titolo sono quelle di una singolare compagnia teatrale che ha avuto una grande notorietà a Roma tra gli anni '30 e i '70, la premiata COMPAGNIA D'ORIGLIA-PALMI. Fu fondata da una coppia di giovanissimi attori, lui romano e lei lombarda, divenuti marito e moglie, cui si é aggiunta più tardi la figura, anch'essa molto singolare, della figlia. Ebbero una storia degna di un romanzo di Balzac. Osannati in tutte le città della provincia italiana per almeno trent'anni, negli anni '60, in poco tempo, furono rifiutati da tutti i teatri. Gli impresari e gran parte della stampa ritenevano il loro stile "classico" superato, obsoleto. Ma loro, respinti e umiliati, rimasero ostinatamente fedeli al loro passato, e finirono con l'istallarsi, da soli, in un piccolo anonimo teatro romano di quartiere, scelto come un nascondiglio.
E col tempo quel luogo diventò leggendario. Vi si davano convegno in platea dei detrattori accaniti, rumorosi e aggressivi, che ingaggiavano combattimenti verbali con gli attori in scena, ma anche una schiera di devoti estimatori che li difendevano, persino fisicamente, e li studiavano. Tra questi Paolo Poli, Carmelo Bene, Andrea Zanzotto, Sylvano Bussotti... e molti dei teatranti di quella che, allora, era la nascente avanguardia.
A distanza di tempo, si può ben dire, dunque, che la stagione del teatro romano moderno non é comprensibile se non come filiazione estrema della singolare, obsoleta, leggendaria, Compagnia D'Origlia-Palmi.



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