Sinossi *:
Francesco Bonami, curatore d’arte di statura internazionale, chiamato dall’Amministrazione comunale di Milano a elaborare idee e strategie per risollevare l’arte e la cultura milanesi, esplora con lo spettatore le tante facce di quella che egli definisce l’unica metropoli italiana. E lo fa partendo da sé e dalle origini della propria esperienza milanese, collocata negli anni Ottanta in corrispondenza con l’esplosione artistica che seguì la buia stagione degli “anni di piombo”.
La sua missione è di comprendere le cause della crisi culturale odierna e trovare una soluzione per scuotere una città che sembra priva di un’identità forte, incapace di esprimere una progetto riconoscibile. Nella calura del luglio meneghino, Bonami attraversa la città, toccando luoghi esemplari come piazza Affari con il celebre “Dito” di Catellan impacchettato per manutenzione e altri meno ufficiali come il negozio di Abercrombie & Fitch in corso Matteotti, riferimento estetico di giovani d’ogni estrazione.
Molti gli intellettuali e gli operatori culturali incontrati: da Carlo Antonelli, direttore di Wired, predicatore di un “ritorno alla povertà vera” a Michele Lupi, direttore di Rolling Stone, con cui parla del design, potenziale forza trainante della città, da Christian Rocca, direttore della rivista culturale de Il Sole 24 Ore al gallerista Massimo De Carlo a Steve Piccolo, musicista newyorkese, che racconta i suoni della città, rivelatori dei sentimenti degli abitanti. Non manca la speranza, riposta nelle realtà fresche come la Santeria di Poncho, e nell’alto numero di spazi disponibili e interessanti, come l’Hangar Bicocca. Al termine del viaggio Bonami incontra l’assessore Stefano Boeri che all’Ansaldo, spazio destinato ad ospitare le Officine Culturali della città, scommette sul futuro della città e idealmente consegna ai cittadini il suo impegno amministrativo e politico.



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