Sinossi *:
È l’ultima notte di Tina, quella fra il 5 e il 6 gennaio 1942. È sola, è a Città del Messico. Anche il suo ultimo amore si sta esaurendo. E Tina, come sempre, tornerà sola e senza niente. Ha vissuto negli Stati Uniti, poi in Messico, dove ha partecipato alla più bella rivoluzione culturale che storia ricordi, e poi è stata espulsa: prima la Germania, poi l’Unione Sovietica, quindi l’Europa, soprattutto la Spagna in guerra civile. Sempre sola, sempre sconfitta. Stanca. Delusa. Con il cuore malato. E a pezzi. Su quel taxi Tina si spegne. Come, non lo sapremo mai. Ma, se è vero che quando muori rivedi tutta la vita in pochi fotogrammi, li, in quel lasso di tempo, si colloca il film: come ogni volta che ha provato a varcare una frontiera, anche questa notte è finita nell’ennesimo comando di polizia e viene interrogata su tutta la sua vita. In questo comando di polizia -o, meglio- in questo luogo da ultima frontiera, di fronte a un commissario che la interroga, la provoca e probabilmente l’ama, Tina ha il tempo di rivedere gli uomini, i volti, le terre, la felicità e i dolori dei suoi 45 anni di lotta ininterrotta. La scoperta della libertà, l’amore, la fotografia, la politica, il comunismo e poi la povertà, la violenza, la sopraffazione e la morte, l’assassinio, la guerra



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