Nato a Palermo nel 1958, giovanissimo comincia a lavorare come vignettista satirico e autore di trasmissioni radiofoniche. Nell’80 è uno degli organizzatori del cineclub Nuovo Brancaccio, attivo in una delle zone a più alta densità mafiosa della città. Nel 1986 avviene l’incontro con Daniele Ciprì e, dopo le prime sperimentazioni video apparse sull’emittente palermitana TVM, nel 1989 creano CINICO TV, uno dei programmi più rivoluzionari e dissacranti nella storia della televisione italiana, reso popolare dall...visualizza tuttola terza rete RAI diretta da Angelo Guglielmi. Dal 1995 al 2005 la coppia realizza due lungometraggi che, per la loro carica innovativa e la feroce visione del mondo, restano ancora oggi un’esperienza unica nel panorama del cinema contemporaneo italiano: Lo zio di Brooklyn (1995) e Totò che visse due volte (1998) che presentato recentemente in Francia è stato definito da Libération « L’un des meilleurs films de la décennie ». Seguono l’esilarante Il ritorno di Cagliostro (2003) e il documentario Come inguaiammo il cinema italiano, la vera storia di Franco e Ciccio (2005), entrambi presentati alla Mostra internazionale cinematografica di Venezia. Il loro stile è caratterizzato da un linguaggio rigoroso e personalissimo, con il quale i due cineasti rappresentano in maniera inconfondibile un’umanità emarginata e condannata all’estinzione. Contemporaneamente i due cineasti si cimentano con pratiche teatrali e in installazioni video, a partire dallo spettacolo Palermo può attendere, presentato alla Biennale Teatro di Venezia nel 2001, dove gli attori in scena, tra cui il grande cuntista Mimmo Cuticchio e Luigi Maria Burruano, interagiscono con paesaggi e personaggi proiettati su tre grandi schermi. Nel 2005 presentano a Bologna lo spettacolo Viva Palermo e Santa Rosalia, con immagini e musica improvvisata dal vivo da Salvatore Bonafede al pianoforte ed Enrico Rava alla tromba, mentre in scena è nuovamente Mimmo Cuticchio insieme, questa volta, all’attore e drammaturgo Franco Scaldati. Dopo l’ultima esperienza televisiva al fianco di Ciprì, con cui realizza tra il 2006 e il 2007 altri due programmi andati in onda su La7, I migliori nani della nostra vita e Ai confini della pietà, Maresco esordisce in solitaria con Io sono Tony Scott. Ovvero, come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz, considerato sia dalla critica cinematografica che musicale uno dei documentari più belli dedicati al mondo del jazz, “probabilmente la più grande biografia di un musicista dai tempi del Giuseppe Verdi di Raffaello Matarazzo” (Roberto Turigliatto), presentato con straordinario successo di critica e di pubblico alla 63° edizione del Festival Internazionale del cinema di Locarno. Nel 2014 mette in scena, per il teatro Stabile Biondo di Palermo, “Lucio”, uno dei testi più interessanti del teatro contemporaneo italiano scritto dall’amico di una vita Franco Scaldati, recentemente scomparso. Sempre nel 2014, dopo tre anni di lavorazione, ha portato a termine “Belluscone. Una storia siciliana”.