Nato a Oporto l’11 dicembre del 1908, Manoel de Oliveira ha iniziato a fare film nel 1931, e da lì non ha più smesso fino al 2 aprile del 2015, giorno della sua morte. Due volte Leone d’oro alla Carriera (1985 e 2004), e Palma d’oro alla Carriera nel 2008, de Oliveira ha dedicato al cinema una carriera che copre un arco di più di ottant’anni, iniziata con dei film bellissimi dedicati al suo Paese, il Portogallo, ritratto in tutte le sue sfaccettature già a partire dal documentario d’esordio Douro, faina fluvial (1...visualizza tutto1931), e continuata ininterrottamente fino a poco prima della morte. Autore di un cinema dall’impostazione letteraria e teatrale, de Oliveira si è ritagliato un posto nella storia del cinema come uno dei maggiori registi europei, e col tempo ha progressivamente allentato il proprio legame col Portogallo per imbarcarsi in produzioni internazionali interpretate dai migliori attori del cinema mondiale, da Marcello Mastroianni a Catherine Deneuve, passando per Michel Piccoli e John Malkovich, ai quali veniva chiesto un tipo di recitazione altamente stilizzata e innaturale, memore della lezione del teatro epico di Bertolt Brecht. Il suo particolare stile di regia, consistente in lunghe inquadrature con movimenti di macchina ridotti all’osso, in cui ogni elemento sembra rimandare simbolicamente alla vicenda narrata in una sorta di metadiscorso, rappresenta un ulteriore punto di contatto con la dimensione teatrale, e il marchio di fabbrica di opere preziose e altamente influenti.