Ursula Meier è regista e sceneggiatrice. Lavora spesso sulla sottile linea di confine tra finzione e documentario, analizzando con grande abilità la profonda ambivalenza dei legami emotivi. Cresciuta nella Francia orientale, vicino al confine svizzero, studia produzione cinematografica e televisiva in Belgio presso lo IAD - Institut des Arts de Diffusion e inizia a lavorare come assistente di Alain Tanner nella seconda metà degli anni ’90. Il suo film di diploma Le Songe d'Isaac e il successivo Des Heures sans som...visualizza tuttommeil (1998), che vince il premio speciale della giuria al Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand e il Gran Premio Internazionale al Toronto Film Festival, le permettono di dedicarsi completamente al cinema.
Nel 2001 dirige il cortometraggio Tous à table, che racconta di un gruppo di amici che si ritrovano ad una particolare cena di compleanno: il corto vince il premio del pubblico a Clermont-Ferrand. Dopo due documentari, Autour de Pinget (2000) - omaggio al lavoro dello scrittore Robert Pinget - e Pas les flics, pas les noirs, pas les blancs (2002) - sulla straordinaria storia di Alain Devegney, vice sergente della gendarmeria di Ginevra -, dirige Des épaules solides (2003), prodotto per la serie di ARTE "Masculin-Féminin/Petite Caméra", ottenendo un grande successo di pubblico e una candidatura allo Swiss Film Prize. Il film racconta la storia di Sabine, una giovane atleta di grande talento che vuole intraprendere una carriera sportiva da professionista e per farlo spinge il suo corpo a limiti estremi.
Il suo primo lungometraggio è Home, con Isabelle Huppert, del 2008, in cui racconta le vicissitudini di una famiglia che vive in un villino isolato situato nei pressi di un’autostrada chiusa, che con loro grande sorpresa e preoccupazione sta per essere riaperta, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Il film è stato presentato durante la Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes 2008 e ha ricevuto la candidatura ai Premi César 2009 nella categoria migliore opera prima, ottenendo inoltre la nomination per la migliore fotografia e migliore scenografia. Nel 2012 con L'Enfant d'en haut (Sister), storia dei fratelli Simon e Louise, riceve una menzione speciale per l’Orso d’argento al Festival di Berlino e rappresenta la Svizzera nell’ambito dei film proposti per l’Oscar 2013 al miglior film straniero; riceve inoltre una candidatura ai Premi Lumière 2013 per il miglior film francofono e una agli Independent Spirit Awards 2013 come miglior film straniero.
Nel 2014 fa parte dei 13 registi che realizzano il film collettivo I ponti di Sarajevo, girato in occasione del centenario della prima guerra mondiale e presentato al Festival di Cannes; il suo segmento, Tišina Mujo, si svolge durante un allenamento di calcio nello stadio Zetra, dove il piccolo Mujo fallisce un calcio di rigore mandando il pallone oltre la recinzione. Realizza poi Kacey Mottet Klein, Naissance d'un acteur (2015), cortometraggio in cui la regista documenta la crescita fisica e professionale del giovane attore protagonista dei suoi due precedenti film, e Ondes de choc - journal de ma tête (2018), lungometraggio con Fanny Ardant, in cui un giovane uccide i genitori dopo aver inviato il proprio diario segreto alla sua professoressa di francese.
La ligne (La ligne - La linea invisibile, 2022), storia di tre sorelle, una madre e una distanza forzata, è l’ultimo lavoro di Ursula Meier presentato in concorso al Festival di Berlino 2022 con protagonista Valeria Bruni Tedeschi. Il film racconta le dinamiche di una famiglia atipica, in cui è soprattutto lo spazio a definire affetti e relazioni.