Tomas Milian, attore di origini cubane, nato nel 1933, 82 anni, è cittadino statunitense e italiano (ha ottenuto la cittadinanza italiana nella seconda metà degli anni Settanta).
La sua carriera cinematografica è esemplare. Dalla natia L’Avana, Cuba, si trasferisce a New York dove entra a far parte del prestigioso Actors’ Studio di Lee Strasberg, la fucina attoriale che ha prodotto talenti del calibro di Marlon Brando, James Dean, Dennis Hopper e Robert De Niro.
Giunge in Italia come protagonista assoluto della ...visualizza tutto commedia di Jean Cocteau Il poeta e la musa andata in scena nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto per la regia di Franco Zeffirelli.
Il successo di Milian è immediato e gli permette di essere notato dall’ambiente del cinema italiano che in quegli anni attraversa un profondo e fertile periodo di rinnovamento politico, estetico e formale.
Nel corso di tutti gli anni Sessanta lavora con registi di valore assoluto come Mauro Bolognini (La notte brava, Madamigella di Maupin, Il bell’Antonio), Francesco “Citto” Maselli (I delfini, Gli indifferenti, Ruba al prossimo tuo), Luchino Visconti (Il lavoro, segmento del classico Boccaccio ’70), Pier Paolo Pasolini (Ro.Go.Pa.G. – Laviamoci il cervello il segmento La ricotta), Valerio Zurlini (Le soldatesse), Carlo Lizzani (Banditi a Milano), Florestano Vancini (La banda Casaroli), Franco Brusati (Il disordine), Nanny Loy (Un giorno da leoni), Renato Castellani (Mare matto), Alberto Lattuada (L’imprevisto).
Il suo straordinario talento gli permette di diventare uno degli attori più richiesti del cinema italiano degli anni Sessanta e non solo. Infatti, nel 1965, Milian interpreta Il tormento e l’estasi di Carol Reed al fianco di Rex Harrison e Charlton Heston.
L’inquietudine artistica lo spinge agli inizi degli anni Settanta verso l’anti-Hollywood che stava rivoluzionando il cinema americano. Tant’è vero che Dennis Hopper, regista di Easy Rider, lo vuole come interprete del suo film più controverso The Last Movie – Fuga da Hollywood al fianco di leggende del calibro di Peter Fonda, Kris Kristofferson, Samuel Fuller e John Phillip Law.
Contemporaneamente Tomas partecipa da protagonista assoluto alla straordinaria stagione dello Spaghetti Western interpretando i capolavori di Sergio Sollima (Faccia a faccia, Corri uomo corri), Sergio Corbucci (Vamos a matar, compañeros), Giulio Petroni (Tepepa, al fianco di Orson Welles), Giulio Questi (Se sei vivo spara) film che sono stati sottratti all’oblio, nonostante l’amore degli esperti e dei cinefili, solo grazie a Quentin Tarantino che li ha celebrati nel suo Django Unchained.
Grazie alla presenza picaresca e antieroica di Milian il western italiano assume coloriture politiche che fanno risuonare nei film di quegli anni le urgenze delle lotte terzomondiste e anti-imperialiste.
Attore duttilissimo in grado di alternare cinema popolare e impegnative sortite nel cinema d’autore più esigente, Milian interpreta nel 1970 L’amore coniugale, l’unico lungometraggio di finzione diretto dalla scrittrice Dacia Maraini. Sempre nel 1970 interpreta I cannibali di Liliana Cavani, opera che anticipa la grande stagione dei conflitti sociali e studenteschi.
Quando l’epoca del western declina, Milian diventa la star indiscussa della grande stagione del cinema poliziesco italiano rappresentando sempre un eroe popolare e popolano che lo porterà infine a costruire l’ultima grande maschera della commedia di costume italiana, il personaggio di Nico Giraldi, campione d’incassi indiscusso dei decenni Settanta e Ottanta.
Lontanissimo dalla figura del giustiziere solitario che andava per la maggiore nel coevo cinema statunitense, Milian porta in dote ai suoi tutori della legge (e lestofanti) una comprensione istintiva e un affetto genuino nei confronti dei tormenti e dei problemi degli ultimi. E anche in questo è in sintonia assoluta con la grande stagione della contestazione studentesca.
Nonostante lo straordinario successo che accoglie sempre il suo lavoro, Milian non dimentica il cinema d’autore impegnandosi con maestri del calibro di Michelangelo Antonioni, interpretando Identificazione di una donna, e di Bernardo Bertolucci (La luna).
Torna negli Stati Uniti al termine degli anni Ottanta dove riprende a lavorare all’interno dello star system hollywoodiano collaborando con registi di fama internazionale come Steven Spielberg (Amistad), Oliver Stone (J.F.K. – Un caso ancora aperto), Steven Soderbergh (Traffic, film vincitore del premio Oscar®), Robert Redford (Havana), Abel Ferrara (Oltre ogni rischio) e James Gray (The Yards), presidente della Giuria dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
Partecipa anche a serie televisive di rilievo indiscutibile come Miami Vice prodotta da Michael Mann, Law & Order, U.C. Undercover e Oz, prodotta dalla HBO.