Sinossi *:
Durante la quarantena ci siamo trovati rinchiusi in casa, c’è chi non ha sofferto più di tanto, ma anche chi si è sentito soffocare all’interno di quelle quattro mura; uno spazio (in teoria) confortevole che si è trasformato in una gabbia. Al cui interno, il continuo ripetersi di azioni e di rumori assillanti dai primi prodotti, a cui prima non prestavamo alcuna attenzione, ma che nel silenzio sono diventati presenti e persistenti, hanno portato alcune persone a un malessere mentale. L’unico affaccio sul mondo, ovvero la finestra, si è trasformata anch’essa in una barriera che non poteva essere varcata, oltre la quale vi era altra gente che viveva la stessa situazione. Non si tratta in termini narrativi di un racconto, ma di una rappresentazione visiva (sperimentale) di una sensazione

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