Sinossi *: Il mio Panopticon è un paesaggio dove si accumulano i rifiuti dell'umanità, le cose affastellate e dimenticate che contengono il loro destino. Una discarica di speranze, passioni e reperti di una specie creatrice e divorante. I nostri ricordi diventano allora zavorra, veleno e detrito.
Siamo un virus, come ha detto l'agente Smith in Matrix, cavallette ipnotizzate dal suono del pasto cieco del branco. E così i versi tratti dall'iconica ballata 'The Rime of the Ancient Mariner', di Samuel Taylor Coleridge, diventano cantilena ossessiva e straniante, nel punteggiare la caduta verso l'abisso / origine della nostra civiltà. Perché non siamo riusciti a superare l'adolescenza tecnologica, e la Cultura, che doveva salvarci, si è rivelata il cavallo di troia della nostra Natura animale.