Sinossi *: Da anni la Comunità di Capodarco dell’Umbria svolge la sua intensa attività affianco dei più emarginati. All’interno della comunità vivono e operano decine di persone con disabilità fisiche e psichiche. La Comunità di Capodarco da sempre promuove una cultura dell’inclusione, della partecipazione, della persona, della pace, vissute nelle scelte quotidiane che ognuno viene sollecitato a compiere in Comunità.
Sòccantare è il frutto di un laboratorio svolto in collaborazione con La società dello spettacolo, gruppo di ricerca teatrale umbro che oltre alla propria attività di produzione artistica si occupa di progetti sociali e di formazione.
“È il secondo anno della nostra esperienza con la Comunità di Capodarco dell’Umbria” – spiegano c.l. Grugher e Michelangelo Bellani, autori del documentario – “Lo scorso anno realizzammo una performance teatrale dal titolo Ah che bella giornata, un evento denso di emozioni che coinvolse profondamente tutti i presenti, noi per primi. Il nostro incontro si focalizza sulle persone, non sulle disabilità. Non abbiamo competenze terapeutico-riabilitative, abbiamo solamente cercato, mediante la nostra attitudine teatrale attenta all’ascolto dell’interiorità più che agli standard della società dominante, di rispettare e portare alla luce le molteplici esigenze espressive delle persone coinvolte.
L’idea di fare un film ci ha guidato nel corso del progetto. Ed è proprio questa esperienza di “fare un film” che il documentario racconta. Un film, dunque una finzione, ma per raccontare al contrario la nuda verità dei gesti e delle parole. La finzione in questo caso ha inizio solo quando il documentario si conclude e un ciak annuncia la prima sequenza del film da realizzare. Fare un film esprime competenze, contenuti e attitudini specifiche. Un film è fatto da una duplice sostanza, materiale e creativa nello stesso tempo.
Sòccantare è dunque l’affermazione di un’abilità, non di una disabilità, come la celebrazione del pietosismo satinato a cui tanta cattiva tv ci ha abituato”.
Nel documentario vengono anche citate una canzone di Scialpi e una di Giovanni Lindo Ferretti/Csi, che hanno contribuito in maniera preziosa allo svolgimento delle attività di laboratorio durante le riprese, e che grazie alla gentile concessione dei due artisti fanno parte della colonna sonora.