Sinossi *: Carlo Carrà (1881-1966) ripercorre in prima persona le tappe della sua straordinaria carriera artistica attraverso la sua autobiografia e i repertori dell’epoca. Parte da Quargnento (AL) ragazzo, assunto come decoratore per l’Expo di Parigi del 1900, poi è a Londra. Con i viaggi la rivelazione della pittura dei grandi artisti contemporanei. A Milano, la città adottiva, studia all’accademia di Brera. Nel 1910 è tra i fondatori del Futurismo, e ne firma il Manifesto con Marinetti, Boccioni, Severini e Balla: le sue tele sono tra i capolavori di quell’intenso periodo. L’incontro con De Chirico genera una nuova svolta con la pittura Metafisica, ancora da capofila, con opere indimenticabili. Dal 1921 decide di non legarsi più ad alcun movimento, di essere solo se stesso, e con il Realismo Mitico torna con il cavalletto all’aria aperta, soprattutto in Versilia, nella natura rielaborata attraverso le esperienze dei grandi maestri del passato. Negli anni ’30 realizza le grandi tele di figura e la Pittura Murale e ne firma il Manifesto con Sironi, Funi e Campigli. Nel suo ultimo periodo Carrà, celebrato da grandi mostre, resterà legato ad una realtà interiorizzata e poetica, ma fedele alla grande tradizione italiana e alle sue indimenticabili esperienze d’avanguardia europee.