Sinossi *: La vita del contrabbando e la vita di un uomo si fondono nella sfida di superare una rete, un limite. Dal dopoguerra sino agli anni '70 sul confine italo-elvetico la leggenda degli "spalloni", contrabbandieri di montagna e di fatica viene raccontata da un protagonista settantaquattrenne.
Sulle montagne al confine con la Svizzera, davanti a una colonna di spalloni Ennio e un altro spallone vanno in avanscoperta. E'un'imboscata: dai sacchi a pelo escono i finanzieri sparando bengala in aria. I contrabbandieri fuggono in una gola di rovi. I militari delle Finanza li inseguono coi cani. Poi salvi l'Ennio riesce persino a dire: "Hai compiuto gli anni e ti hanno fatto anche i fuochi!" In una baita sulle montagne del lago di Como, un vecchio ex-contrabbandiere settantaquattrenne racconta alla sua nipotina, accanto al fuoco, mentre cucina la polenta,le avventure della sua giovinezza. Il suo sguardo e la sua voce scorrono come pagine di un libro i ricordi dell'infanzia. Ecco la prima volta in cui Ennio porta il sacco lungo i sentieri del contrabbando alla Ca'Rossa, il vomito al ritorno sotto una quercia a Maslianico, il viaggio delle bionde in auto verso la darsena di una villa,l'imbarco delle stecche su una barca di pescatore, il viaggio sul lago di Como tra le nebbie, l'approdo a Lezzeno sull'altra sponda all'alba. La nipotina ascolta e poi domanda: "Ma nonno non avevi paura?". "Paura? La paura 石tata la compagna della mia vita, per fortuna insieme al coraggio, comunque sempre insieme al rischio". Durante un torneo di calcio tra finanzieri e ragazzi di Cernobbio, Tavernola e Maslianico, Ennio tenta di corrompere una Guardia della Finanza "ul scarpasacc". L'indomani si incontrano a Como a Villa Olmo. Si accordano per avere il passo sopra il Bugone. Iniziano i viaggi a vuoto, poi carichi con il passo sicuro. Tornati schiantati dalle fatiche in un mastello d'acqua gli spalloni si lavano a turno. Durante un gelido inverno, Ennio rischia persino di perdere un fratello per congelamento. Siamo ormai agli inizi degli anni '70 e le prime turiste olandesi sbarcano a Cernobbio desiderando fare una passeggiata al monte Bisbino. Ennio e altri complici le portano in montagna e giunti nei pressi della caserma Murelli, una volta entrati nella tana del lupo, riescono non solo a bere vino coi finanzieri, ma a ballare insieme alle ragazze con un grammofono del capitano. Poi la nipotina gli domanda ancora se lo rifarebbe. "Ma certamente" risponde il vecchio, "ma solo per la nostra sopravvivenza. Tu non avrai bisogno di un lavoro illegale, cerca i sogni,i sogni grandi che la nostra generazione non ha avuto neppure il lusso di concepire." Intanto si vede salire alla montagna un'automobile con un giovane a bordo. Il vecchio spallone esce a prendere due legni per la stufa. Il giovane, giunto a Madrona, si avvicina alla baita e dice all'uomo anziano: "Di grazia, buon uomo, sono un giovane scrittore, conosce qualcuno che possa affittarmi una baita?" Il vecchio fa una faccia perplessa, poi esclama: "Ma capitan tutt a mi?". Poi gli risponde:"Entra, parliamone davanti a un bicchiere di vino". I due si sorridono ed entrano. Nella baita e' appesa una bricolla. L'inquadratura indugia, poi esce dalle sbarre della finestra e si invola sul panorama del primo bacino del lago come rapita da un volo d'idrovolante. Scorrono i titoli di coda.