Sinossi *:
Repubblica Argentina: 37.000.000 di abitanti su un territorio di 3.700.000 metri quadrati.
Tra i cinque maggiori esportatori al mondo di cereali e carne (2 capi di bestiame ogni abitante) eppure nel "granero del mundo" si muore di fame.
Nel 2001 scoppia la crisi che culmina con le giornate del 19 e 20 dicembre e solo allora il mondo apre gli occhi. Cosa è accaduto? Come è possibile che un paese tanto ricco si sia ridotto così?
A distanza di un anno e mezzo dall’inizio della crisi, "¡Viva la Pepa!! esplora il paese in lungo e in largo in un periodo di 6 mesi a cavallo delle ultime elezioni presidenziali, dando voce a gente comune e lavoratori: dai Piqueteros di Salta ai cartoneros; dalle Madri di Plaza de Mayo a un tassista, ex impiegato YPF a La Plata; dagli impiegati di un’impresa occupata a Buenos Aires al presidente di una fabbrica recuperata nel cordobese…
Per scoprire che questa, come ogni altra crisi, ha delle radici ben più profonde, complesse ed articolate.
La realtà è che l’Argentina è in crisi da oltre 30 anni: la dittatura militare, le politiche neoliberiste irresponsabili, una classe dirigente corrotta che ha svenduto il paese alle potenze internazionali, il pesante fardello del debito estero, le privatizzazioni massicce, la lunga recessione…
L’Argentina, nella sua complessa psicologia, è un emblema: quello che è successo lì potrebbe accadere ovunque.



Note:
Etimologia di “¡Viva la Pepa!”
La prima Costituzione spagnola nacque nella città di Cadice nel 1812. Solo due anni dopo però, quando fu ristabilito l’assolutismo, il re Fernando VII la abolì. Il popolo si riversò per le strade al grido di Viva la Costituzione! ma venne tacciato di sovversivo poiché fu proibito anche il solo menzionarla. Lontani dal sottomettersi a questa decisione arbitraria, i sostenitori della Costituzione trovarono il modo di aggirare l’ostacolo: poiché era stata promulgata il 19 marzo, festività di San Giuseppe (San José), la battezzarono Pepa (Pepe in spagnolo è il diminutivo di José) ed è così che nacque il grido di ¡Viva la Pepa!, per sostituire il Viva la Costituzione!. Con il passare del tempo, l’espressione ha perso ogni connotazione politica e si usa oggi soprattutto per indicare che in un determinato luogo regna un totale e completo disordine.

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