Sinossi *:
Gillo Pontecorvo è stato uno degli autori meno prolifici del nostro cinema. Eppure, con appena cinque lungometraggi e mezzo, ha lasciato un segno fortissimo nel panorama del cinema mondiale. Perché pur avendo fatto così pochi film, Gillo è diventato uno dei più importanti registi italiani?
Intere generazioni di cineasti americani si sono formate anche studiando La Battaglia di Algeri. Se ne ricorderanno molto bene Spielberg e Scorsese, De Niro e Hoffmann quando, molti anni dopo, accetteranno tutti con entusiasmo di partecipare alla Mostra di Venezia diretta da Gillo.
Non è mai facile cercare di raccontare un uomo, la sua vita, le sue opere. Con Pontecorvo lo è ancora meno perché la sua stessa vita sembra uscita da un romanzo.
La grande famiglia di origini ebree, ma laica, in cui nasce, a Pisa, in una grande casa con il giardino e due pianoforti.
I fratelli, tanti, otto, due scienziati, e non per dire... Bruno, il fisico, se ne va in Unione Sovietica nei primi anni Cinquanta. Guido, il genetista, vive negli Stati Uniti e rasenta il Nobel. Tutti si disperdono molto presto per il mondo a causa delle leggi razziali.
La musica, sua grande passione, Parigi e il sud della Francia, dove riceve lezioni di comunismo da Amendola e Negarville, mentre lui si mantiene giocando a tennis e pescando, poi la lotta partigiana e il ritorno in Italia da clandestino. Un eroe partigiano, un capo che poco più che ventenne marcia alla testa della Brigata Curiel, con la stessa intensità di quando – molti anni dopo – guiderà il drappello dei selezionatori veneziani.
Gillo Pontecorvo e "La Battaglia di Algeri", Il "Leone d’Oro" e le nomination all’Oscar, l’amicizia e la collaborazione con Franco Solinas. Il cineasta, ma soprattutto l’uomo: irriverente, beffardo, pignolo fino allo sfinimento, capace di passioni senza limiti e di rigori assoluti.
Gillo e le sue piante, la matita sempre in mano, forse per fissare i pensieri (da previdente smemorato).
Gillo e le sue passioni: la musica, le donne, la pesca. La vita…
Una vita piena e felice, accesa da grandi entusiasmi ma anche da furibonde arrabbiature che con lui (da bravo toscano) duravano non più di cinque minuti, tempo di stemperarle in una battuta ironica e fulminante.
E poi ci sono "Le Donne", per cui Gillo – per sua stessa ammissione – era "molto portato": per questo vogliamo raccontarlo soprattutto attraverso lo sguardo e il racconto femminili di chi l’ha accompagnato per tutta la vita (la moglie Picci e la sorella Laura), delle ragazze che hanno condiviso con lui l’avventura veneziana, e di Irene Bignardi, che in un prezioso libro-intervista è riuscita a estorcere a questo smemorato i ricordi di tutta una vita.
Dopo le donne vengono "I Cavalier", gli amici di sempre come Montaldo con cui, giovani squattrinati, ha vissuto per qualche anno e che gli è stato aiuto regista in molti documentari e ne La Battaglia di Algeri. Maselli e la comune militanza politica con un divertente racconto del loro primo incontro a cui ne sono seguiti molti altri. Aldo Tortorella e un attacco a una caserma dei carabinieri: una delle tante azioni di lotta durante la Resistenza, raccontata da Gillo e ricordata da Tortorella. Il rapporto con Morricone e l’incontro con Saadi Yacef.
Di "Armi e Amori" abbiamo già detto.
"Gillo – Le Donne, i Cavalier, l’Armi, gli Amori" racconta insieme un uomo, un grande del nostro cinema e un protagonista della vita culturale e politica italiana.
Perché Gillo ha fatto così pochi film?
Ci viene il dubbio che abbia preferito vivere.

NOTIZIE 'Gillo – Le Donne, i Cavalier, l’Armi, gli Amori'



Note:
Ricerche iconografiche a cura di Rosellina d’Errico.
Filmati tratti da:
- Dall'Archivio dellafamiglia Pontecorvo e dall’Associazione Pontecorvo
- Archivio del compositore Ennio Morricone
- "La Battaglia di Algeri" per concessione di Carlo Musu e Igor Videocine, Saadi Yacef e Casbah Film
- "Queimada" per concessione della Grimaldi Film
- "Franco Solinas scrittore di Cinema" per concessione di Francesca Solinas
- "Missione Timiriazev e Giovanna" per c oncessione della AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Le immagini di repertorio del documentario provengono da:
- Orme
- Marco e Simone Pontecorvo
- Istituto Luce
- Cristaldi Film ("Ogro e Kapò")
- Compass Film ("La Grande Strada Azzurra")
- Associazione Pontecorvo
- Reporters Associati

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