Sinossi *: Un ritratto dell’uomo e dell’architetto, aspirante pittore, promotore ante litteram dell’italian design che, in più di cinquant’anni di attività, ha sperimentato tutto – arti, mestieri, oggetti, architetture e materiali – con energia instancabile, dal piccolo al grande, dalla progettazione di una maniglia all’ideazione di un piano urbanistico. “L’architettura è un’interpretazione della vita”, scriveva. Un divulgatore del moderno che ha corso il rischio dell’indifferenza e dell’oblio. Il film vuole indagare le ragioni di questa diffidenza, soprattutto della critica, al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni, che lo hanno “presto relegato nel serafico Olimpo dei padri misconosciuti”, come scrive Fulvio Irace. E vuole raccontare anche le ragioni della nuova fortuna che lo ha visto, negli ultimi anni, riscoperto e riproposto, come modello di architetto europeo e internazionale. Perché, parafrasando Ponti, che diceva “l’arte si è innamorata dell’industria”, l’industria di ieri e di oggi si è innamorata di Gio Ponti?