Sinossi *:
Un documentario sulla vita del cantante, poeta e pittore Augusto Daolio e sul complesso più longevo della storia della musica italiana.
I Nomadi nascono a Novellara (Reggio Emilia) nel lontanissimo 1963; oggi, a più di mezzo secolo di distanza e ancora guidati dallo storico tastierista Beppe Carletti, portano in giro per l’Italia i loro successi, da “Noi non ci saremo” a “Come potete giudicar”, da “Dio è morto” a “Io vagabondo”. Una lunga lista di canzoni senza tempo portate alla ribalta dall’inconfondibile voce del cantante Augusto Daolio.
Il documentario ricostruisce la storia dei Nomadi, che, partiti come complesso che animava le sale danzanti dell’Emilia-Romagna, incrociano per la loro strada il giovane paroliere Francesco Guccini e diventano ben presto uno dei gruppi italiani più famosi ed amati. I Nomadi attraversano i decenni con alterne fortune, ma sempre coerenti con una visione del mondo osservato dalla parte degli ultimi e seguiti da un pubblico eterogeneo e fedelissimo.
“Noi tutti siamo responsabili della bruttezza o della bellezza del mondo”; è attraverso le parole dell’imperatore Adriano nel libro “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar che Augusto Daolio descrive il senso del suo passaggio sulla terra, spezzato prematuramente all’età di 45 anni nel 1992.
La storia di Augusto Daolio e dei Nomadi è narrata dalle voci di Beppe Carletti, di Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto e “anima” dell’associazione Augusto per la vita, di Alberto Melloni, tra i massimi esperti italiani di storia del cristianesimo che rivela a sorpresa la sua passione per la musica dei Nomadi, del conduttore radiofonico Felice Liperi, di Franco Midili, primo chitarrista del gruppo negli anni d’oro del beat.



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