Sinossi *: Gli ex dipendenti del Cotonifico Poma, di secolare tradizione e chiuso dal 1994, rientrano dopo lustri nei saloni deserti della fabbrica. Ne emergono emozioni, ricordi, fatti di vita e un etica del lavoro formidabile.
Note:
Realizzato nell’ambito del progetto “Storie di Lana”, a cura di Biella The Wool Company, Storie di Piazza e ACTA.
Storie di Lana
Biella The Wool Company, Storie di Piazza e ACTA sono tre organizzazioni senza fini di lucro che hanno deciso di investire energie sulla Valle Cervo, il cuore petroso del Biellese, per raccontarla e renderla attrattiva per chi la abita e per chi la visita.
Sono questi i tre promotori di “Storie di Lana”, un comitato composto da un centinaio di persone, a loro volta rappresentanti di enti, associazioni e pensieri diversi, ma in qualche modo collegate al tema principale. Un modo nuovo per valorizzare il territorio del Biellese, per prendere coscienza dei suoi valori e della sua importanza, per molti ormai dimenticata. Perché così facendo se ne aumenta il valore e si contribuisce a far nascere il desiderio di sperimentare innovativi percorsi di sviluppo e infine ragionare sul lavoro che manca. “Storie di Lana” vuole raccontare fatti, eventi, ricordi, avvenimenti. Le storie della fabbrica, le storie degli operai, le storie del loro tempo libero, le storie dei giochi che si possono fare con la lana, le storie degli alimenti, della cucina legata alla vita di chi ha lavorato in questo settore. E le racconta utilizzando il linguaggio delle forme espressive delle arti, mescolando i loro linguaggi. “Storie di Lana” vorrebbe anche riportare in fabbrica, in questa e in altre, chi al lavoro in fabbrica ha dedicato una parte della propria vita. Anche facendo incontrare più generazioni, usando i nuovi strumenti di comunicazione. Base materica della cultura biellese è la lana, elemento di crescita e ora di crisi. Da qui si vuole ripartire, operativamente e metaforicamente. La lana è legata a un territorio, le valli; a un capitale fisico, la fabbrica; a un capitale umano, l’uomo e il suo saper fare. La crisi di questa filiera ci restituisce un paesaggio economico, sociale, culturale e geografico ripiegato su se stesso, incapace di reagire e avvolto in un “loop” governato dalla retorica della sfiducia e dell’apatia. Il Comitato “Amici della Lana” non ha la pretesa di risolvere queste difficoltà ma vive, come molti, questo disagio
e per questo, propone una propria visione per ripartire, per lavorare assieme, immaginare, inventare nuove modalità di comunicare, condividere e generare interesse per il Biellese. Lo fa scegliendo un luogo, la fabbrica ex Cotonificio Poma ed ex Lanificio Botto perché lì e non altrove è presente una microattività imprenditoriale apparentemente “visionaria”; perché lì è non altrove si sperimenta un’esperienza commerciale che per ora trova la proprio visibilità nel mondo virtuale del web e tra i cultori della lana. Perché lì, lo “spirito del luogo” si è caricato di un’energia nuova che può essere di stimolo, in primo luogo ai residenti, ai locali dei comuni vicini e, via via, potrà aprirsi per diventare un grande manifesto culturale volto a un sistema allargato di comunità nazionali e transnazionali.