Sinossi *:
"Cesare Battisti. L’ultima fotografia" è il documentario prodotto da Rai Educational – Rai Storia in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino in occasione del Centenario del primo conflitto mondiale. È la tragedia della Grande Guerra ad inghiottire l’esistenza di Cesare Battisti, un uomo e un simbolo in vita, soprattutto dopo la sua morte; un martire per l’Italia, un traditore per l’Austria.
Su Cesare Battisti si è discusso e si continua a discutere ancora oggi, perché i simboli uniscono e dividono. Per questo, a distanza di un secolo, con un’Europa ancora in costruzione, è importante riscoprire la figura di un uomo che sognava l’Europa dei popoli e la fratellanza come forma di convivenza ma che poi viene travolto dall’immane catastrofe; quando nel 1914 gli Stati scelgono di risolvere con le armi i conflitti nazionali, trascinato dagli eventi, anch’egli partecipa alla guerra come milioni di altri uomini. Ma la sua storia va ben oltre la sua persona.

Cesare Battisti nasce a Trento nel 1875, quando ancora la città faceva parte dell’Austria Ungheria, un suddito austriaco di lingua italiana, un “italo-austriaco”, uno dei tanti nel plurinazionale Impero asburgico. Battisti è geografo, giornalista, editore e leader del socialismo trentino, viene eletto prima al Consiglio di Trento poi al Parlamento di Vienna e infine alla Dieta Provinciale di Innsbruck. Una vita intensa la sua, sempre dalla parte degli ultimi, forte promotore dello sviluppo della cultura nel rispetto delle minoranze etniche e di ogni realtà linguistica. Lotta invano per l’Autonomia del Trentino e per la nascita di un’università italiana a Trieste, fino all’ultimo tenta di riformare l’Impero, fino allo scoppio della Prima Guerra mondiale. Poi, il grande passo. Cesare Battisti lascia l’Impero nell’agosto del 1914, si trasferisce in Italia e sceglie l’irredentismo. Diventa l’apostolo dell’ultima battaglia risorgimentale, in un anno tiene decine e decine di comizi pubblici per convincere gli italiani ad entrare in guerra contro l’Austria.

Il 23 maggio 1915 è il giorno della dichiarazione di guerra e Battisti si arruola volontario nell’esercito italiano. Il 10 luglio 1916, durante un’azione sul Monte Corno viene catturato dagli austriaci. Due giorni dopo, il 12 , è condannato a morte per alto tradimento.
Il documentario "Cesare Battisti. L’ultima fotografia" è un viaggio in una terra di confine, un viaggio geografico, linguistico, culturale, che prende le mosse, quasi fossero tappe ideali, dagli scritti - le lettere, i trattati politici, sociali e geografici - e dalle tematiche che appassionarono e segnarono l’esistenza di questo socialista trentino. Un viaggio nella sua vita che contribuirà a comprendere e a riscoprire, non solo un personaggio dimenticato, bensì un intero territorio, ora italiano un tempo austriaco, dove convivono culture e lingue diverse. Un viaggio che nell’esposizione del racconto ha un protagonista: Alessandro De Bertolini, giornalista del Museo Storico del Trentino, la Fondazione che conserva l’opera di Cesare Battisti; sarà lui l’io narratore capace di riflettere sul concetto del qui ed ora partendo da Battisti, la bussola di questo straordinario viaggio nella storia e nei luoghi. Monte Corno, Trento, Ala, Bolzano, Verano, Innsbruck, le tappe salienti di un percorso che alla fine conducono ad un altro viaggio, quello dell’uomo che va incontro alla morte. Valorizzando il corpus fotografico della cattura, del processo e dell’esecuzione, il racconto del suo percorso, dal Monte Corno al Castello del Buon Consiglio di Trento. Un calvario che dura due giorni: Cesare Battisti viene catturato il 10 luglio e dunque giustiziato. Quello stesso giorno il boia Josef Lang – che si trovava a Vienna – riceve l’ordine di recarsi a Trento. Parte con il primo treno viaggiando tutta la notte. È il viaggio della giustizia austroungarica, del boia chiamato a giustiziare l’”alto traditore”.
10 luglio 1916 – 12 luglio 1916: quarantotto ore per raccontare la vita di uomo, il tramonto di un impero e la fine di un mondo.


Riprese:
Luigi Montebello

Color Correction:
Luigi Montebello

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