Sinossi *:
Leggenda vuole che a Santa Vittoria di Gualtieri, piccola frazione sperduta nella pianura, in quella fetta della bassa reggiana che si affaccia sul Po, a fine Ottocento, su circa 500 abitanti esistessero più di 10 orchestre da ballo. Il che suona strano se pensiamo che allora quasi tutti gli abitanti di quel paese erano poveri braccianti costretti a una vita di stenti e fatiche, a inseguire i lavori agricoli al ritmo delle stagioni, o spesso a emigrare lontano per non morire di fame.

In realtà, la musica ha da sempre accompagnato le fatiche degli uomini più poveri. E il violino, strumento popolare per eccellenza, era diffuso nelle campagne da sempre. Ma la particolarità dei braccianti di Santa Vittoria è che a un certo punto molti di loro capirono che suonare poteva essere non solo uno svago, per dimenticare le fatiche della giornata, ma un vero e proprio mestiere con il quale riscattarsi e conquistare finalmente la libertà.

Il film, sulle note di un zavattiniano realismo magico, si muove dunque non solo tra verità e leggenda, ma anche tra passato e presente. Sì, perché l'avventura dei Violini di Santa Vittoria non si è esaurita a metà del secolo scorso, con la fine delle orchestre d'archi che facevano musica da ballo. Ma rinasce a nuova vita oggi, nel momento in cui qualcuno ha deciso di raccogliere quell'eredità e di farla conoscere.

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