Sinossi *: Alessandra Caccia, partendo da un'esperienza personale, inizia una riflessione sul processo di superamento di fatti dolorosi o traumatici. Il percorso che - dalla resistenza, attraverso la trasformazione - approda alla ricostruzione corrisponde, in ingegneria, alla capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi, ovvero la Resilienza. Il punto di partenza per la regista sono stati alcuni esami diagnostici cui si è dovuta sottoporre, tra questi la risonanza magnetica. Il suono ossessivo, ansiogeno e assordante avrebbe potuto rendere l'esame difficile da superare. Soprattutto, considerato lo spazio ridottissimo, quella sorta di “bara tecnologica” in cui i pazienti che devono affrontare quel particolare esame sono costretti. Ma il suono martellante, ipnotico, che ricorda il ritmo della musica techno, fa scivolare la regista in uno di stato di trance: chiudendo gli occhi l'esame si trasforma allora in un’esperienza di abbandono, di sogno, in cui riemergono ricordi e sensazioni piacevoli. Superando claustrofobia, senso di soffocamento, oppressione.