Sinossi *: E’ l’alba nel deserto. I suoni leggeri del mattino ci immergono dolcemente nell’atmosfera dell’inizio della giornata dei giovani archeologi italiani emigrati a DIBBA, nel Nord dell’Oman, per lavorare presso lo scavo di una grande tomba. Un villaggio sul mare quasi rurale, con poca popolazione, molti animali, rada vegetazione. La sabbia si muove impercettibile, il rumore del vento che ne fa scivolare i granelli.
La prima preghiera del mattino risuona dalla Moschea, che risplende illuminata dalle prime luci del sole che sorge, allunga le ombre e tinge di rosa le montagne circostanti.
Il mare mormora in sottofondo. Gli archeologi si svegliano, fanno colazione, raccolgono i loro strumenti e si dirigono a lavoro, verso lo scavo, con la loro squadra di operai musulmani, tutti vestiti di bianco, dalle lunghe barbe scure e dai profondi sguardi fieri. Sono appena le 6 del mattino.
Nel frattempo, nella capitale Muscat, un giovane insegnante di violino nato in Sicilia, Mauro, si è trasferito da appena un mese per insegnare in un’Accademia di Musica Omanita. Alternando lezioni di violino e passeggiate nel Suq, Mauro racconta le sue impressioni su questa nuova vita. Saranno importanti per capire luci e ombre di una scelta così radicale, piena di soddisfazioni e speranza verso il futuro, ma anche di dispiacere verso quello che ha lasciato.