Fondazione Fare Cinema
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locandina di "E’ Tempo di Cambiare"

Cast

Interpreti:
Annalisa Insarda' (Lucia)
Ilaria Serrato (Sara)
Tommaso Perri (Mattia)
Salvatore Pettinato (Michele)
Franco Vescio (Boss di Tropea)
Orlando Schiamone (Luca)
Pino Torcasio (Geometra Trecca)
Alfredo Li Bassi

Soggetto:
Fernando Muraca

Sceneggiatura:
Fernando Muraca
Sauro Roma

Musiche:
Enrico Sabena

Costumi:
Angela Capuano

Scenografia:
Enzo Gagliardi

Fotografia:
Massimo Lupi

Operatore di Macchina Steadicam:
Simone Trecca

E’ Tempo di Cambiare


Regia: Fernando Muraca
Anno di produzione: 2008
Durata: 85'
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico/musicale
Paese: Italia
Produzione: Assonoré Calabria Film
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: HD
Camera: Panasonic Varicam
Sistema di montaggio: Avid
Formato di proiezione: HD e 35mm, colore
Titolo originale: E’ Tempo di Cambiare

Sinossi: Una famiglia palermitana è costretta a fuggire dalla Sicilia per nascondersi a Tropea perché Gennaro, il capo famiglia, è obbligato dal boss suo protettore a uccidere un uomo.

Gennaro che è tornato a delinquere per procurarsi i soldi necessari a curare sua moglie affetta da una malattia rara, non ha mai ucciso nessuno e, con l’appoggio della sua sposa, Lucia, scappa in vista della Calabria dove un amico lo nasconderà. Si trascina dietro anche il figlio adolescente Mattia. Il ragazzo che ha 17 anni non vorrebbe staccasi dalla realtà in cui è nato ma il padre gli confessa la verità e la loro vita ricomincia…

Ma a Tropea cadono come si dice, “dalla padella nella brace” perché Mattia s’innamora di Sara (17 anni), una magnetica ragazza Calabrese che però la mala sorte vuole sia figlia di un boss. La storia presto diventa una sorta di Giulietta e Romeo del sud. Di questo sud di oggi tormentato dai poteri dell’antistato e dalla violenza.
Sara è dotata di una lucidità sconvolgente per la sua giovane età. Nonostante sia cresciuta in un certo ambiente che ha fatto della violenza e del sopruso il seme per piantare privilegi e onore ha coltivato dentro di sé un senso del bene e del male autentico. Non tarderà ad entrare apertamente in contrasto col padre e a prenderne le distanze.
La storia dei due ragazzi dilata il tempo e lo spazio umano del film e li trascende. Sara si trasforma in una precoce icona di cambiamento, una sorgente di luce che muove le cose. Il prezzo di questa coraggiosa lotta di riscatto non tarda ad arrivare, fino a far scorrere prima l’umiliazione e poi il sangue sul viso degli innocenti…
La scena finale del lungometraggio che in modo inconsueto per un film di mafia non racconta la morte di un eroe positivo ma quella di un boss (il padre di Sara) rappresenta la sintesi ideale dei temi espressi da questa opera cinematografica.
In Calabria e in altre regioni del sud è in corso una vera e propria guerra civile. Da questo tipo di conflitti non si esce con la sola repressione ce lo racconta tutta la storia umana. Le guerre civili finiscono bene con l’affermarsi di valori positivi che trionfano oltre la barbarie e che possono essere condivisi da tutti, anche dai vinti e dai “cattivi” di turno.
Non si nasce cattivi e basta, come se l’entrata nel mondo fosse predestinata. Le scelte della vita sono condizionate dal contesto culturale e civile nel quale siamo accolti. Se nessuno spera un cambiamento verso il positivo anche di chi è nell’errore non c’è prospettiva di resurrezione per i popoli che vivono una crisi come quella in atto nei confini calabresi.
Questo significa che la meritoria e necessaria opera delle forze dell’ordine e della magistratura non è sufficiente. Occorre innescare processi culturali profondi che richiedono tempi lunghi e impegno di uomini e donne della società civile, della politica, dell’associazionismo.
Da tutte queste considerazioni emerge coraggiosamente la parola perdono. Una parola difficile da concedere ai boia e agli assassini di professione. Eppure essa è contemplata nei Vangeli e nei Principi Costituzionali che pretendono le istanze rieducative anche nelle istituzioni penitenziarie.
I cristiani non perdonano perché hanno paura di combattere ma perché sanno che nel Vangelo di S. Luca è scritto che “il regno di Dio è nel cuore dell’uomo” . Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini ma di tutti gli uomini. Sono queste le parole che Chaplin mette in bocca al suo protagonista nel film “Il grande dittatore”. In quel lungometraggio mentre un dittatore e i suoi aguzzini inondano di violenza il mondo per dominarlo, un piccolo uomo con l’ausilio della radio lancia al mondo un messaggio di pace e di speranza e dice: “guarda in alto Anna l’animo umano prima o poi troverà le sue ali…”
Per questo anche Sara dipinta poeticamente dalle immagini del film E’ tempo di cambiare su una scogliera mentre il mare è in tempesta, piangendo, ha il coraggio di implorare davanti a tutti una via di uscita. Lo fa con autorità e gentilezza come si addice a chi ha pagato il prezzo della propria speranza.

Sito Web: http://

Ambientazione: Tropea (VV)

Periodo delle riprese: Novembre 2007 - Dicembre 2007 - Gennaio 2008

Budget: 130.000 euro

Libro sul film "E’ Tempo di Cambiare":
"Gli Invisibili - 2000-2010. Dieci anni di cinema nascosto"
di Umberto Berlenghini, 250 pp, 2012
prezzo di copertina: 22,00

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