Sinossi *:
Si compie mezzo secolo dalla nascita di uno dei più famosi film di tutti i tempi e le celebrazioni, aperte da un convegno della Fondazione Fellini previsto a Rimini per la metà di novembre, seguiranno la scansione delle date fatidiche.
16 marzo 1959, inizio lavorazione; settembre, fine delle riprese, montaggio, edizione e prime proiezioni della copia campione a Cinecittà; febbraio 1960, uscite al “Fiamma” di Roma e al “Capitol” di Milano, scandalo, grandi polemiche sui giornali, interrogazioni parlamentari.
Maggio 1960: Palma d'oro a Cannes assegnata dalla giuria presieduta da Georges Simenon.
Questo filmato di 50' circa parte da una famosa battuta di Mastroianni:
"Essere stati su La dolce vita è come aver fatto il militare insieme".
Il regista è Gianfranco Mingozzi su un copione imbastito con Tullio Kezich: Mingozzi è stato l'aiuto regista di Fellini e in tale veste ha battuto il primo ciak a Cinecittà; Kezich ha seguito il film per scriverne un diario di lavorazione tra poco di nuovo in libreria riproposto da Sellerio. La consulenza è affidata a Vittorio Boarini, direttore della Fondazione felliniana. Di notevole interesse sarà il ricorso al copione originale di “La Dolce Vita” conservato da Mingozzi, con annotazioni e schizzi di varie mani tra cui quella del Maestro. Sul filo dei ricordi di Mingozzi dall'interno della troupe e di Kezich come assiduo visitatore esterno si succederanno le testimonianze dei “dolcevitaioli" ancora in circolazione con puntuali citazioni di scene e fotografie del film. Le presenze saranno limitate ai protagonisti e comprimari, niente storici o critici o opinionisti che indurrebbero a una prospettiva diversa.
I personaggi da far intervenire (qui ne elenchiamo alcuni in via di ipotesi, ma se qualcuno si rivelerà in attingibile ne spunteranno certo altri) si suddividono in varie categorie.
1) I collaboratori artistici: Tullio Pinelli (sceneggiatore che ha appena felicemente superato i 100 anni); Lucia Mirisola (aiuto costumista dell'art director Piero Gherardi, Oscar per i costumi del film); Paolo Nuzzi (aiuto regista); Arturo Zavattini (operatore di macchina, genero dell'operatore Otello Martelli); Lili Veenrnan (olandese italianizzata, assistente volontaria). Si pensa anche di intervistare a Londra (se sarà reperibile e disponibile) la carismatica ultranovantenne Luise Rainer (l'unica diva oscarizzata per due premiazioni di seguito, che fu cercata, scritturata e infine non utilizzata da Fellini); e a Los Angeles Dino De Laurentiis, il produttore mancato (i motivi furono tanti, lui dirà i suoi) al quale subentrò Angelo Rizzoli.
2) Gli attori: Anita Ekberg; Anouk Aimée (da Parigi); Yvonne Fourneaux (dagli USA); Magali Noel (da Parigi); Adriano Celentano (che si esibisce nel ballo a Caracalla); Giulio Paradisi e Enzo Doria (i due paparazzi rimasti, oggi regista il primo e produttore il secondo), John Francis Lane (giornalista britannico che fa sé stesso alla conferenza stampa di Anita), il regista Giulio Questi (che impersona un nobile nella scena a Bassano di Sutri), Jacques Sernas, Umberto Orsini e Riccardo Garrone (festaioli nella scena dell'orgia); Valeria Ciangottini (la ragazzina del finale a Passo Oscuro).
Il senso di “Noi che abbiamo fatto La Dolce Vita” è quello di ricostruire il più fedelmente possibile l'atmosfera particolare, a detta di tutti i partecipanti, di una lavorazione particolarmente lunga, movimentata e inventiva, con un Fellini quarantenne al colmo della sua vitalistica esuberanza e della potenza espressiva.
3) Gianfranco Mingozzi, assistente volontario alla regia, fu incaricato nel ’59 da Federico Fellini di battere il primo ciak de La dolce vita, ora introduce allo stesso modo il video da lui diretto, su un’idea di Tullio Kezich, "Noi che abbiamo fatto La Dolce Vita".
Prodotto da RaiSat e dalla Fondazione Fellini di Rimini, il film riunisce una ventina di reduci di quella storica lavorazione. Fra gli altri intervistati figurano, oltre a quelli presenti in testimonianze d’archivio, Magali Noel e Yvonne Furneaux; e, tra coloro che persero l’occasione di fare il film, parlano da Hollywood Dino De Laurentiis e da Londra la veneranda Luise Rainer (99anni) in un documento eccezionale.
In questi, a distanza di mezzo secolo, permane il dispiacere di essersi tirati indietro, negli altri c’è la consapevolezza di aver partecipato a un avvenimento memorabile.

NOTIZIE 'Noi che abbiamo fatto la Dolce Vita'

Libri


Libro sul film "":
"Noi che abbiamo fatto La Dolce Vita"
di Tullio Kezich, 251 pp, Sellerio Editore Palermo, collana La Memoria
"Federico era sempre pronto a deviare, a sottrarsi e a infrattarsi; mentre noi intorno ci sentivamo tutti come ragazzi che hanno marinato la scuola. Chi partecipò a La dolce vita vi confermerà che tirava sempre l'aria di non fare un accidente, di sfuggire agli impegni, di bruciare il paglione. Eppure si lavorava, se questa è la parola, fino a veder spuntare l'alba... "Vorrei che questo film non finisse mai": lo pensavamo tutti e qualcuno ogni tanto lo diceva." Questo libro, prima di tutto è certamente questo: l'unico diario esistente della lavorazione del film La dolce vita. Diario che sembra già un film felliniano nel film di Fellini, talmente è trascinante su tutto e su tutti il ritratto mobile del maestro mentre vive il momento più creativo del suo ego. Ma del libro, a leggerlo oggi, emerge anche qualcosa di più. Kezich riesce a volgere la cronaca in rappresentazione, gli aneddoti in allegoria e i personaggi in simbolo. Inquadrata nei suoi eventi temporali, nell'avventura quotidiana della sua origine, spicca vividamente di La dolce vita la portata storica che ebbe, di annuncio sintesi e profezia di un cambiamento d'epoca in cammino.
prezzo di copertina: 13,00



Note:
Il documentario "Noi che abbiamo fatto la Dolce Vita" è stato realizzato in occasione dei cinquant’anni de "La Dolce Vita", Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1960.
Le immagini di repertorio presenti nel documentario sono tratte da film "La Dolce Vita" di Federico Fellini e dalle Teche Rai.

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