Sinossi *: Nel 1998 Rosa Mistretta e Vito Parrinello, sostenuti dalle indagini antropologiche di Nino Buttitta e di Elsa Guggino con il Folkstudio, mettevano in scena con il loro Teatro Ditirammu Ninnarò, il presepe raccontato, una devota rappresentazione della storia della nascita di Gesù ispirata al Vangelo secondo Luca e alla tradizione popolare. Lo spettacolo traeva spunto da antichi canti del Natale popolare siciliano e aveva come protagonista un personaggio, conosciuto da Vincenzo Pirrotta a Bisacquino: Turidduzzu, ingenuo e umile sacrestano contastorie che accende le nove candele per nove giorni, ripercorrendo la Novena natalizia. Il documentario ricostruisce l’evoluzione di quel fortunato spettacolo che da allora, ogni Natale, è stato riproposto nell’ormai storico teatrino che ha sede a Palermo nel quartiere popolare della Kalsa.
Il montaggio alterna interviste agli interpreti a scene tratte dalla prima regia di Mimmo Cuticchio, che vedeva Pirrotta come protagonista, a scene dagli spettacoli più recenti con Turidduzzu interpretato da Filippo Luna.
Al centro del film è quindi la famiglia d’arte di Rosa Mistretta e Vito Parrinello: il film ci mostra nelle repliche più antiche i figli Elisa e Giovanni ancora bambini e già sulle scene, mentre oggi è la piccola Noa, figlia di Elisa, a condurci nell’incantesimo e nella poesia di un teatro dal sapore antico. È per rispondere a una domanda della bambina che il racconto si sposta nell’entroterra siciliano per farci assistere all’incontro tra l’anziano contastorie e la Compagnia, che non lo aveva mai conosciuto. Personificazione di un immaginario popolare confinato in spazi sempre più esigui, Turidduzzu sembra passare il testimone a chi con passione e generosità continua a rinnovare la magia di raccontare antiche storie.