Libro sul film "":
"
Hemingway for Cuba"
di
Giuseppe Recchia, Shakespeare and Company, 2010
Il romanzo inizia nel nome di Margot, una diciottenne bionda americana che piomba in una Parigi colorata dalla luce di un caldo settembre del ’73 e che si reca nei luoghi sacri frequentati e vissuti dal nonno. In uno di questi, nella celebre libreria Shakespeare and Company, va ad incontrare Joseph, uno scrittore italiano che era molto impegnato a ridar lustro, con Jean Pierre Faye e il gruppo Change, a quella libreria che, nel 1922, per opera di Sylvia Beach, aveva pubblicato l’Ulisse di James Joyce. Margot racconta prima a Joseph e poi a Georges, un suo amico pugile e giornalista, quello che sa, dubbi compresi, sulla vera morte di Ernest, “il nonno”.
Da qui parte anche il racconto che l’Autore ha voluto verificare ed accertare poi, nel tempo, con numerosi viaggi, leggendo carte, incontrando amici e testimoni che avevano conosciuto in vita colui che, subito dopo aver vinto il Nobel, osando molto, amò definirsi “cittadino cubano”.
Questo racconto in gran parte assume l'andamento di un film giallo. Un bel giallo con di mezzo la CIA, il Kgb e personaggi di ogni genere che pescano nel torbido. Poi la storia si tinge di rosa grazie ad Adriana Ivancich, una nobile e giovane diciottenne veneziana. Ma c'è anche un misterioso intreccio con la santeria, una magia chiamata religione nei paesi latino americani. Man mano che la trama si sviluppa nasce il sospetto che qualcuno s´è divertito a mischiare le carte attorno ad Ernest Hemingway, con incidenti a catena fra Cuba e Venezia, tra Parigi, New York e l'Africa. Infine due colpi di fucile e un suicidio. Muore a 60 anni un mito e il mondo lo rimpiange ancora oggi e si chiede: si è suicidato veramente? E perchè?