Sinossi *: Il prologo del film è l’arrivo a Ceuta, enclave spagnola nel Marocco del Nord, in un centro di accoglienza di immigrati. Qui soggiornano coloro, pochi fra le migliaia, che sono riusciti a superare le mille difficoltà di un viaggio per il quale hanno rischiato più volte la vita. Qui aspettano fiduciosi di poter partire per stabilirsi definitivamente in una nazione europea e costruire il loro futuro.
E cosa trovano gli immigrati una volta raggiunta la loro meta tanto sognata? Come cambia la loro vita? Sono cittadini di prima categoria come gli altri? Cosa accade ai loro figli?
Tahar Ben Jelloun ha vissuto a lungo a Parigi e con lui il film esplora le banlieu parigine che diventano l’esempio di una condizione che, pur assumendo forme diverse, presenta caratteristiche comuni in ogni città europea e nel mondo.
Generazione dopo generazione, gli immigrati hanno sperimentato difficoltà e disagi vivendo in una società nella quale presto hanno provato un sentimento di spaesamento,per aver lasciato un mondo di miseria e averne trovato uno di solitudine.
In seguito, grazie al ricongiungimento familiare, il numero degli immigrati subisce un forte incremento e le banlieu diventano in pochi anni città vere e proprie, oggi ribattezzate luoghi di non diritto, dove non è consigliabile vivere e dove la legge non è rispettata, luoghi nei quali recentemente è tornato violentemente alla ribalta il problema delle condizioni di vita e dell’integrazione degli immigrati a Parigi. Le condizioni di Clichy-sous-Bois e delle altre periferie parigine non sono cambiate dopo gli incidenti del 2005.
Ciò che è cambiata è forse una nuova consapevolezza che oggi anima le nuove generazioni di francesi figli dell’immigrazione: coloro che fino alle ultime elezioni presidenziali, dove si è registrato un afflusso alle urne senza precedenti, non erano considerati gruppo di pressione elettorale, coloro che rappresentano il 40 % della disoccupazione nazionale, hanno dato vita a nuove forme aggregative, rivendicando il loro ruolo nella società nella quale sono nati e cresciuti, sfidando e attaccando l’establishment a partire dal nome che si sono dati, Indigeni della Repubblica. Un nome che è anche un manifesto identitario e che esprime la loro visione sul futuro, nella quale si sancisce il diritto di uguaglianza di ogni cittadino di fronte allo Stato e secondo il quale anche gli ultimi immigrati, i cosiddetti sans papiers, possono rivendicare il loro diritto alla legalità, rifiutandosi di vivere nella clandestinità, la nuova schiavitù.
Note:
Documentario della serie "Europa l'Altra Storia", realizzati dalla Movie Movie per Rai Educational.
La serie ha come protagonisti Tahar Ben Jelloun, Nedim Gursel, Predrag Matvejevic: tre grandi della letteratura europea. I tre scrittori conduno uno speciale viaggio con "La Storia Siamo Noi", per indagare, senza ipocrisie, l’idea di integrazione europea. Dalle rivolta nelle banlieu parigine al difficile cammino della Turchia verso l’ingresso nella Comunità Europea, dalla situazione degli emigranti dal vicino Marocco alla convivenza di diverse etnie dopo la guerra civile nella ex Jugoslavia per scoprire aspetti dell’integrazione europea meno conosciuti o del tutto ignorati. Un percorso in quei paesi geograficamente vicini all’Europa ma ancora dall’Europa troppo distanti. E per celebrare l’anniversario dei 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, un’inchiesta sulle schiavitù vecchie e nuove: la tratta degli schiavi di ieri e le nuove schiavitù di oggi.
La serie è composta dai seguenti 4 documentari:
- "Partire, Ritornare - In Viaggio con Tahar Ben Jelloun" di Francesco Conversano e Nene Grignaffini
- "Indigeni della Repubblica" di Francesco Conversano e Nene Grignaffini
- "Il Tempo del Dopo. I Balcani di Predrag Matvejevic" di Graziano Conversano
- "Istanbul. La Città Narrata da Nedim Gürsel" di Enza Negroni