Sinossi *: Due attori si incontrano nel luogo in cui un regista li ha convocati, ma giunti all’appuntamento, prendono atto non solo che il regista non è presente ma anche che il luogo è piuttosto improbabile: si tratta di una casa abbandonata e semidiroccata in mezzo alla campagna, nel cui cortile, presso il muro, sono state collocate due sedie. Le reazioni sono opposte: la donna apprezza la bellezza del luogo e si dispone ad aspettare, l’uomo si innervosisce e decide di andarsene. Mentre l’attrice inizia a scattare fotografie e a fare esercizi di recitazione, un misterioso meccanismo psicologico tiene avvinto l’uomo, che non se ne va affatto e inizia invece a leggere passi di un racconto su cui il regista aveva chiesto di riflettere (come preparazione all’incontro) e che inizialmente lui si era rifiutato di leggere. Quei brani di testo vanno a fondersi con la dimensione fisica circostante – caratterizzata dal caldo insopportabile e dall’ininterrotto canto delle cicale – e anche con il senso dell’attesa stessa, alla quale paiono poter conferire un valore che va ben oltre la sua evidente inconcludenza pratica. A sera inoltrata, dopo che i due attori si sono separatamente allontanati, una donna (forse la regista?) giunge alla casa e rimuove le sedie dal cortile.