Sinossi *: Dal 1936 al 1939 accorsero in Spagna oltre 50.000 stranieri per arruolarsi, nelle milizie prima e nelle Brigate Internazionali poi, in difesa della Repubblica Spagnola minacciata dai generali fascisti.
Tra questi combattenti e volontari, tanti gli intellettuali, anche di grande prestigio, che decisero di aiutare il popolo contadino e operaio spagnolo e di mettersi in gioco per cercare di cambiare i destini dell'Europa, segnata dal crescere dei fascismi in tutto il continente.
La Spagna repubblicana diventò in quei mesi un laboratorio dell'antifascismo internazionale e di sperimentazione sociale e intellettuale d'avanguardia.
La guerra di Spagna fu però persa nell'aprile del 1939 dai repubblicani e pochi mesi dopo venne firmato il patto Molotov-Ribbentropp che permetteva a Hitler di occupare la Polonia dando il via alla II guerra mondiale.
I combattenti internazionali dovettero affrontare un duro ritorno nei paesi di origine mentre molti intellettuali fuggirono dall'Europa, finirono nei campi di sterminio nazisti o si dettero alla clandestinità e alla resistenza.
Malgrado le incredibili difficoltà dei tragici mesi della campagna hitleriana, l'esperienza dell'antifascismo internazionale spagnolo divenne un faro nella costruzione dell'Europa post-bellica.
Da un lato gli ideali internazionalisti ritrovatisi in Spagna a confronto con varie forme di emancipazione sociale e con le pratiche di gestione e discussione collettiva furono in quegli anni un punto di riferimento per la nascita di una coscienza europea dei diritti.
Dall'altro, durante l'occupazione nazifascista europea, gli ex-combattenti internazionali di Spagna contribuirono in maniera determinante con la loro esperienza militare, organizzativa e politica all'avvio e all'organizzazione delle resistenze in tutte le nazioni in cui ci fu una resistenza, dando corpo ad un riscatto dell'Europa che voleva la pace, la democrazia e nuovi diritti sociali condivisi.