Sinossi *:
Cosa spinge un ragazzo di 19 anni nato e cresciuto a Taranto, figlio di artigiani, con la disoccupazione come orizzonte probabile, a lasciare tutto e dedicarsi anima e corpo ad aiutare gli ultimi della terra?
Non è tanto una scelta religiosa, né solamente etica o politica, a motivare le scelte fatte negli ultimi nove anni da Gennaro Giudetti, che oggi ha 28 anni. C’è una specie d’irrequietudine, di febbrile bisogno di rendersi utile, di sete di giustizia, che emerge continuamente dai suoi racconti e dalle immagini che hanno testimoniato alcuni percorsi della sua vita: troppo grandi per la sua giovane età, ma anche possibili proprio grazie ad essa, grazie a una testarda, coraggiosa (e forse perfino un po’ incosciente) energia di ventenne, che ha scelto la via del volontariato in zone ad alto rischio.

Il nostro progetto parte da un vortice d’immagini e di racconti e cerca di penetrare nel presente, tentando di capire cosa significhi oggi, per un giovane, prendere una decisione del genere. I conflitti con la famiglia, i tormenti sentimentali, la precarietà delle amicizie, i problemi economici: tutte le tematiche che interessano quell’età e quel tipo di vita. Perché la vita di Gennaro Giudetti è un po’ fuori del normale, ma allo stesso tempo è esemplare. E permette di raccontare non solo una scelta come la sua, ma tutte le scelte che attraversano i sogni di molti giovani: il bisogno di uscire dal proprio orizzonte ristretto, di trovare un senso alla propria vita, di capire la propria identità.

La vicenda di Gennaro raggiunge uno dei punti drammatici più alti il 6 novembre del 2017, quando, partito come mediatore culturale, in una nave dell’organizzazione non governativa Sea Watch nel Mediterraneo, si trova a dover affrontare direttamente la decisione di salvare la vita di qualcuno e di lasciare invece altri al proprio destino. Una scelta terribile, sproporzionata al suo compito e alla sua età. Da quel giorno, che è stato interamente ripreso dalle telecamere della ONG, Gennaro diventa il testimone pubblico di quel disastro umanitario. Televisioni, istituzioni, persino il Parlamento europeo: tutti vogliono ascoltarlo.

La sua vita accelera sempre di più: lo incontriamo di ritorno dal Niger, per capire come aiutare i disperati che attraversano il deserto, poi lo seguiamo in Colombia, in un territorio colpito da una guerra civile, dove si espone come scorta disarmata a difendere quei contadini minacciati dagli squadroni della morte, poi in Palestina ad accompagnare a scuola i bambini palestinesi, in Libano per un corridoio umanitario coi profughi siriani, poi di nuovo il mare… e infine in Congo per combattere l’Ebola e il colera. Qui con Medici Senza Frontiere Gennaro oggi ha finalmente coronato il suo sogno di diventare operatore umanitario.

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