Sinossi *: Nel 1979, un piccolo gruppo di donne, uomini e bambini acquistano un podere nella campagna vicino Siena – la Montagnola, uno dei luoghi più belli e incontaminati della Toscana, oggi meta anche di un turismo d’élite, britannico ed europeo in genere – e vi fondano una comune ispirata ai principi del comunismo libertario. Rifiuto della proprietà privata, abolizione dei ruoli maschio-femmina, condivisione egualitaria delle risorse (“da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”), messa in discussione del modello di famiglia nucleare tradizionale, apertura al gruppo dell’educazione dei figli, infine assunzione di una forma radicale di democrazia interna che – attraverso il metodo del consenso e rifiutando ogni genere di leadership e i concetti stessi di maggioranza e minoranza – punta in modo diretto a decisioni unanimemente condivise. Sulla base di queste idee-guida, ma con un approccio più pragmatico che ideologico, quelli di Bagnaia sono riusciti a costruire la loro piccola isola utopica e a farla durare nel tempo.
L’organizzazione interna è semplice. La proprietà del patrimonio collettivo è conferita a un’associazione composta da tutti i membri della Comune. Una parte dei comunardi svolge l’attività lavorativa all’esterno della Comune, altri lavorano per l’azienda cooperativa che gestisce il podere. La produzione agricola, condotta con metodi biologici, e l’allevamento degli animali mirano a una relativa autosufficienza sul piano alimentare e in parte su quello energetico. Tutti i proventi vanno in una cassa unica. La Comune assegna a ciascuno dell’argent-de-poche per le piccole spese individuali; a tutto il resto si provvede collettivamente. Ogni membro ha diritto a una stanza propria, bambini compresi. I servizi casalinghi sono svolti a turno su basi egualitarie.
In questo quarto di secolo – tra alti e bassi, defezioni e nuove adesioni – la Comune di Bagnaia ha costruito una solida realtà economica e, pur mantenendo un’assoluta coerenza con i propri principi ispiratori, è stata capace di aprirsi a nuove istanze e nuovi bisogni, in particolare sul terreno dell’ecologia, della democrazia partecipata, del pacifismo, sviluppando molte iniziative di carattere sociale e culturale. Oggi Bagnaia è anche un ecovillaggio – è membro della RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici, a sua volta associata al GEN (Global Ecovillage Network) – dove si presta molta attenzione all’ambiente, alla qualità della vita e dei rapporti umani e quindi a tutte le esperienze e i momenti di condivisione, di aggregazione e di festa. Un buon esempio, insieme ad altre realtà, di costruzione dal basso di un’alternativa, realistica e praticabile, al modello sociale consumistico e neoliberista oggi dominante, con i suoi risvolti distruttivi e disgreganti.
Sullo sfondo della festa per il venticinquennale della fondazione, questo film racconta, attraverso la voce dei protagonisti, la storia di questa esperienza.