Sinossi *: È la storia di un rapporto a tre, non voluto ma necessario. Protagonisti: il padre, la figlia, e l’infermiere. Teatro dell’azione: Potenza. Costretta da un improvviso malore del padre (Antonio), Adriana, la figlia ventiduenne, si trova a dover fare i conti con la realtà. Quel loro equilibrio, per quanto precario, d’improvviso si spezza. Da subito comprende di non essere capace ad assistere il genitore, un imbarazzo innaturale li circonda. Troppi anni sono trascorsi e troppe bugie sono state dette. Il loro è un dialogo sterile fatto di domande apparentemente senza senso. Tra i due, Rocco, infermiere solitario e misterioso, che fa del suo lavoro l’unica ragione di vita. Il suo modo ossessivo e maniacale, l’amore che ci mette nell’accudire Antonio, quasi fosse lui il figlio, è la dimostrazione di come un estraneo riesca là dove la famiglia fallisce. Alla giovane Adriana non rimane che assistere impotente e cercare le ragioni di tutto questo. Come una distanza tra loro che col tempo si sia sedimentata. E per quanto amore vi possa essere – com’è naturale che sia tra padre e figlia – è un amore duro, debole. La morte della madre, il segreto che Antonio nasconde, è uno dei motivi. Ma il tempo stringe. Il padre è ormai stanco, vuole solo morire. La sua è una richiesta assurda: una richiesta d’aiuto. “La sorpresa” è nella storia e nel suo svolgimento, nelle microtrame al suo interno. E ad una richiesta di libertà.