Recensioni di :
- LA TRANSUMANZA DELLA PACE - Un road movie italo/bosniaco


Sinossi *:
Un originale road movie su un caso esemplare di solidarietà tra la Provincia Autonoma di Trento e l’Altopiano di Suceska nella Municipalità di Srebrenica (Bosnia Orientale) realizzato grazie alla volontà e all'esperienza di Gianni Rigoni Stern.
Un documentario che ha per protagoniste manze e vacche, i paesaggi e i pascoli del Trentino e quelli della Bosnia-Erzegovina.
Facendo tesoro della conoscenza e dell’esperienza che l'autrice, Roberta Biagiarelli ha maturato negli anni sul campo nell’area di Srebrenica, ha coinvolto il suo amico Gianni Rigoni Stern, uomo della montagna dell'Altopiano di Asiago (VI), in una impresa di solidarietà che ha i sapori di una fiaba: il trasferimento e la consegna di 48 manze e manzette che dall'Italia sono state donate, a seguito di un percorso di conoscenza e identificazione sul campo, alle famiglie di allevatori di Suceska - Srebrenica.
Un progetto incisivo, un’ azione che prende avvio dalla volontà di porre rimedio in modo concreto ai danni lasciati sul campo dalla guerra, per aiutare a ricostruire, almeno in piccola parte, le condizioni di una ripresa e di una prospettiva sul futuro agricolo di una comunità bosniaca che patisce, ancora oggi, a quindici anni dalla fine della guerra, le conseguenze e i danni della devastazione.
Gianni Rigoni Stern si fa ponte per trasferire la sua esperienza e sapienza legata ai ritmi della natura da un Altopiano italiano verso un Altopiano bosniaco.
Un racconto di ri-generazione di valori, di scambi e relazioni positive legate alla terra, " tra compaesani che vivono differenti geografie".

NOTIZIE 'La Transumanza della Pace - Un Road Movie Italo/Bosniaco'



Note:
Il Progetto La TransuManza della Pace
Da più di dieci anni Roberta Biagiarelli orbita attorno a Srebrenica , umanamente e professionalmente e in questi anni ha incontrato decine, centinaia di persone che si propongono spesso come volontari “per fare qualcosa lì, a Srebrenica… dove vai sempre…”, ma tre anni fa sull’Altopiano di Asiago in provincia di Vicenza, ha conosciuto un volontario speciale, un montanaro di razza: Gianbattista Rigoni Stern, detto Gianni. Gli ha raccontato della “sua” Srebrenica e dei dintorni e ha intuito che insieme potevano ideare e progettare qualcosa di utile e originale insieme. Gianni Rigoni ha messo piede per la prima volta in quei luoghi nell’estate 2009, e, come succede a molti, non se ne è più andato. Per lui è stato come trovare un posto simile a casa sua, in un altro luogo, in un’altra epoca; è stato come scoprire un altro Altopiano di Asiago, come doveva essere alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Rigoni ha messo immediatamente a disposizione la competenza e la tenacia da montanaro, acquisita in trent'anni di lavoro come funzionario presso la Comunità Montana dell’Altopiano dei Sette Comuni di Asiago, con l’obiettivo di trasferire la sua esperienza e conoscenza dei ritmi della terra e della natura da un Altopiano italiano verso un Altopiano bosniaco, quello di Suceska.
La consegna del bestiame è stata la prima tappa di un processo ancora in corso; molto tempo in cui Rigoni Stern ha fatto vari sopralluoghi, accumulato dati, stilato un utile censimento dell’area; nella primavera 2010 ha iniziato a tenere delle lezioni per poter trasmettere alla popolazione, l’esperienza e le tecniche base per poter coltivare e allevare, per colmare quel vuoto di conoscenza lasciato da un’intera generazione che è stata spazzata via dalla guerra. C’è stata molta partecipazione: 50 iscritti, uomini e donne che accorrevano dalle contrade più disperse, donne che facevano anche un’ora di strada a piedi per partecipare alle lezioni, anche perché la condizione posta da Rigoni era che “solo chi avesse frequentato il corso per intero avrebbe avuto diritto a ricevere in dono una vacca.” E così è stato. Sono state scelte le vacche di razza Rendena perchè sono animali molto adattabili e idonei alla zona e al clima di Suceska; mucche molto rustiche e adatte sia per la produzione di latte che di carne. Il 1° dicembre 2010 nevicava. Si è andati in Val Rendena, a Caderzone (TN), a ritirare gli animali dagli allevatori trentini: 48 manze e manzette di età compresa tra i 12 e i 24 mesi, alcune già gravide, altre da ingravidare. Alcuni allevatori, soprattutto quelli con le stalle più piccole, nel consegnarci gli animali, avevano quasi le lacrime agli occhi.
… e poi è iniziato il nostro viaggio, verso la Bosnia Erzegovina.
Dopo una sosta degli animali di venti giorni in una stalla sul confine croato-bosniaco per i dovuti accertamenti di quarantena, tra il 22 e il 23 dicembre 2010 le mucche sono state consegnate alle famiglie di Suceska. L’assegnazione è avvenuta per sorteggio. Ora procedono i piani per la fecondazione assistita, sono nati nuovi vitellini e manzette e altri ne nasceranno…
Gianni Rigoni continua ancora oggi a dedicare tempo, energie e generosità a popolazioni geograficamente vicine a noi che hanno vissuto, in un passato molto recente, le atrocità della guerra e l’efferatezza del Genocidio. Perché i processi di democratizzazione e rieducazione sono lunghi, ma necessari.
Gianni Rigoni Stern e Roberta Biagiarelli porteranno la loro testimonianza su come è nata l’idea, sul lavoro fatto da Rigoni con la popolazione bosniaca, quali sono state le difficoltà e gli ostacoli incontrati. Dalla viva voce dei protagonisti, il racconto di un progetto di straordinaria solidarietà e la forza di portarlo avanti ancora nel prossimo futuro.

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