Sinossi *:
La vera sfida in questo specifico momento socio-politico è riconoscere e promuovere la diversità e l'alterità come modelli di sconfinamento e superamento delle attuali costruzioni fisiche e metafisiche.
L’autore, ha scelto di interessarsi alla riflessione intorno alla "questione" ancora aperta dello scambio e del contatto tra “le culture del vicino e del lontano” attivando un rovesciamento etnoantropologico.
Siamo parte di un labirinto dai sentieri frammentati e dispersi, composti da materiali spuri o addirittura antinomici.
Il film dal titolo līlā è stato realizzato nella Valle di Parvati, nel villaggio di Kalga, India, a 4500 metri di altitudine sull’Himalaya, durante la residenza sperimentale Kyta.
Il film è rivolto alla dimensione dello spazio e del tempo sociale, ai sistemi di potere e di persuasione che le forme del visibile o dell'invisibile esercitano nel quotidiano.
Il sostantivo femminile sanscrito līlā indica "gioco", "distrazione", "passatempo", "grazia", "fascino" ma anche "mera apparenza", "simulazione". Secondo la tradizione induista sottintende la spontanea venuta ad essere manifestazione dell'universo e del suo dissolvimento. Līlā quale gioco del mondo e fantasmagoria che Siva lascia accadere e per gli esseri umani si confonde con la realtà stessa. Avere a che fare con līlā, così come avere a che fare con il «gioco del mondo», porta uno sconvolgimento inevitabile.
Così come la traduzione della parola līlā intende qualcosa di incongruo e beffardo, oscillando perennemente fra l’illusione e l’incanto, il film mette in evidenza continue dicotomie e incongruenze di una parte di mondo comunemente associato alla sola meraviglia della natura e della spiritualità. Lo spettatore sarà travolto da un turbine di eventi, micro-storie dall’aspetto irrisolto e da un turbine di pensieri che oscillano tra la sfera privato/pubblico e individuale/ comune.
Il film esplora delle narrative insite nella comunità e auspica ad un possibile modello di fruizione del territorio producendo un corto circuito tra localismo e (post)globalismo.
Līlā è un insieme di riflessioni intorno ai macro concetti di identità, cultura, comunità, territorio nello scenario post-globale fluido soggetto a costanti fratture, frizioni, interrelazioni e riconfigurazioni.
E’ una sequenza di narrazioni altre dalla quale emergono storie inascoltate o nuove istanze proiettate all’interno di un territorio che diventa performativo e sperimentale.
Nella Valle di Parvati, si abbandonano le frenesie della metropoli immergendosi in tempi diversi, nei tempi della lentezza. Praticando la “lentezza” ed esplorando una critica dalla cultura globalizzata, l’autore ha avuto un’ulteriore conferma che il capitalismo incarna tutte le derive possibili della crisi.
Il film è composto da azioni che Sergio Racanati, ha definito in dissoluzione, discrezione, dilatazione e dissolvenza. Le azioni e le performance appartengono alla sfera del quotidiano, dell'intimo e del collettivo in cui l'intensità, la profondità e la naturalezza delle tradizioni sono ancora vive a favore di una dimensione senza tempo.
L’idea di territorio nell’epoca post-globale, legata ai mutamenti della percezione dello spazio e del tempo innescati dall’avvento delle nuove tecnologie di comunicazione, rivela l’emersione di spazi e geografie rimasti ai margini delle grandi narrazioni della contemporaneità.
Scavalcando il concetto di land-marker monumentale, ha tessuto micro-relazioni tra chi resta e chi parte, tra chi è accolto e chi accoglie delineando una concezione di arte politica intesa come “politica del sottile”: la capacità di creare spazi, tempi e modalità altre di ri-definire i luoghi, in opposizione a ogni visione anestetizzata della vita collettiva e delle dinamiche comunitarie.
Il film è anche un invito a tradire l'abitualità per poter ri-vedere e ri-significare i territori tracciando traiettorie future nelle quali ri-configurare nuovi assetti geo-politici e geo esistenziali.

NOTIZIE 'Lila'



Note:
Il sostantivo femminile sanscrito līlā indica un "gioco", "distrazione", "passatempo", "grazia", "fascino" ma anche "mera apparenza", "simulazione". Secondo la tradizione induista esso sottintende la spontanea venuta ad essere manifestazione dell'universo e quindi del suo dissolvimento. Lila quale gioco del mondo, ovvero fantasmagoria che Siva lascia accadere e per noi si confonde con la realtà stessa. Avere a che fare con līlā, così come avere a che fare con il «gioco del mondo»,porta uno sconvolgimento inevitabile

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