Sinossi *:
Lo sviluppo industriale, l’urbanizzazione incontrollata e un’economia basata su di una crescita infinita lasciano tracce indelebili sul territorio: fabbriche abbandonate, capannoni sfitti, parcheggi inutilizzati, impianti sportivi sottoutilizzati e sovradimensionati. Il “dinosauro” messosi in moto alla fine del Settecento, con la prima Rivoluzione Industriale, continua a lasciare la propria impronta sull’ambiente e sul tessuto sociale, consumando gli spazi coltivabili e creando i presupposti socio-economici per una concentrazione della popolazione e del lavoro nelle città. Negli ultimi anni, però, sono sorti spontaneamente comitati, forum e associazioni che si battono per fermare il consumo di suolo agricolo e per diffondere i valori della decrescita felice.
Partendo da un’osservazione sull’archeologia industriale e sull’invasività della speculazione edilizia, l’indagine si sposta su chi opta per strade alternative: al racconto della “resistenza” di chi ha scelto di vivere in simbiosi con la natura e con il ciclo delle stagioni, si mescolano le parole del saggista Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, di Domenico Finiguerra, ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo comune italiano a bloccare il consumo del suolo libero, e dello scrittore Luca Rastello. Uno sguardo sugli errori del progresso, ma anche sui modelli e sui comportamenti che possono contribuire alla salvaguardia della terra e della biodiversità.

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