Sinossi *: La metamorfosi trattata dal cortometraggio si ispira ai modelli esistenti in natura, in cui mutazione, mimesi, simbiosi, così come collaborazione, biodegradabilità, rigenerazione, fenomeno ciclico, sono concetti e aspetti centrali. L’avvento dalla pandemia ha portato ad una riflessione in merito ai nostri stili di vita: il mondo vegetale deve sempre più compenetrare lo spazio urbano. I boschi urbani non devono essere più un evento occasionale elitario, ma diventare un vero e proprio momento di riprogettazione e innovazione sociale. Di conseguenza, il cosiddetto Fashion Street è sostituto dal Fashion Street Forest: le persone si muovono all'interno di un bosco urbano come animali. È seguendo questa logica che i protagonisti del cortometraggio sono cavallette, pavoni, api (e anche alieni), che vivono in una sorta di "foresta" - tra scenari metafisici e concettuali - indossando abiti ispirati ad una moda sostenibile e duratura, guidata dai concetti chiave del "no gender" e del "multi-layers". Il progetto - ad un altro livello di lettura - indaga sulle nuove forme di comunicazione caratterizzate dalla contaminazione di più discipline: il design, il cinema, il gaming e i linguaggi della contemporaneità: un'alternativa concreta alle modalità finora utilizzate per raccontare il prodotto Made in Italy. Con questo lavoro, l'Università si ritrova dunque ad interpretare il mondo contemporaneo della comunicazione nel sistema moda, così come in parallelo è stato fatto nel corso della Milano Fashion Digital Week e presso importanti maison, nel segno della cosiddetta dimensione "Phygital".