Sinossi *:
Sono molte le voci del documentario che raccontano come la discriminazione nei confronti dei Dalit sia difficile da sradicare nella cultura e nella società indiana. Sono voci soprattutto di donne, discriminate oltre che per casta, anche per genere. I Dalit, un tempo chiamati ‘intoccabili’ perché considerati ‘impuri’, non potevano liberarsi dalla condizione di oppressi, lo erano per nascita. Oggi praticare il castismo è un reato, eppure la discriminazione castista resiste, degenerando anche in episodi di efferata violenza. I Dalit iniziarono a emanciparsi grazie alla politica di B. R. Ambedkar, uno dei padri della Costituzione Indiana, e seguirono il suo esempio abbracciando il buddismo fin dal 1956. Questo fenomeno, se non li ha totalmente affrancati dal castismo, potrebbe spiegare il perché in India non si sia arrivati a una rivolta sociale. Il maestro zen Thich Nhat Hanh, padre del ‘buddismo impegnato’, nel 2008 ha tenuto dei discorsi ai Dalit, ma la sua saggezza riguarda tutti, perché “i semi della discriminazione sono dentro di noi. Fortunatamente però, abbiamo anche i semi della non-discriminazione.” Nessuno escluso!

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