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Festival dei Popoli: report 4 DICEMBRE 2006


Dall'inferno dell'Odessa al "Paraiso" della Colombia...


Festival dei Popoli: report 4 DICEMBRE 2006
Una immagine del film "Paraiso"
La quarta giornata del Festival dei Popoli inzia con il "Concorso Italiano", sezione competitiva destinata ai documentari d'autore italiani dai maestri riconosciuti ai nuovi talenti. In programmazione c'è "Odessa" (Italia/Francia, 2006, 67') di Leonardo Di Costanzo e Bruno Oliviero, freschi voncitori del Filmmaker 2006 di Milano. Il documentario è molto bello e narra le vicende dell'equipaggio dell'omonima nave ancorata a Napoli da cinque anni. Sono tutti ucraini i componenti della motonave, inizialmente sono in sette, ma per varie peripezie due muoiono. Il capitano è una figura carismatica ed emblemetica della nave, che ormai sta cadendo in rovina. Non esce mai dai suoi compiti e sono emblematiche le frasi che dice durante una trattativa per la vendita della nave: "Noi lavoriamo per lo stato"; e quando la nave salpa alla volta dell'Ucraina senza di loro: "E' dura vedere la nave che se ne va senza di noi!". La vicenda è surreale, come surreale è la nave, un posto sospeso nel porto di Napoli dove il tempo sembra essersi fermato. L'immagine è molto bella, come il primo piano del capitano che si fa la barba sul pontile. Non c'è che dire, un documentario che potrebbe bissare qui a Firenze la vittoria ottenuta a Milano.
La programmazione del Cinema "Auditorim Stensen" continua con la pellicola colombiana "Paraiso" (2006, Colombia, 73') di Felipe Guerrero. Si susseguono immagini di case in costruzione, militari benedetti da un prete, manifestazioni studentesce, indios nella foresta, atleti in un capo di baseball, città e campagne, militari in assetto di guerriglia, balle di droga bruciate, due ragazzi che si baciano e si penetrano, una ragazza nuda, tassista che ascolta la radio, montagne verdi viste da sopra le nuvole, il mare, etc. Sono tutte belle immagini della nazione sud americana, alcune attuali alcune in bianco e nero, montate abilmente dal regista. Sono tutte riprese in super-8, tutte immagini di un paese che nemmeno i prorpi abitanti sono in grado di spiegare e descrivere.

05/12/2006

Simone Pinchiorri