Intervista con Alessio Boni: Matteo Carati


Intervista con Alessio Boni: Matteo Carati
Alessio Boni: Matteo Carati
… quando Luigi Lo Cascio, amico dai tempi dell'Accademia, vinse il David di Donatello come miglior attore per I cento passi, Fabrizio Gifuni ed io andammo a festeggiarlo in un barcone sul Tevere; ho incontrato li' Giordana per la prima volta. In seguito mi disse che averci visto insieme tutti e tre euforici, anche un po’ esaltati da una vittoria che sentitvamo "comune", gli fece venire in mente che potevamo formare un bel gruppo ne "La Meglio Gioventù". Aveva intuito una cosa vera: Luigi ed io eravamo "fratelli" sul serio, dopo anni di scuola, vita, case e sacchi a pelo, insomma vi risparmio la retorica sui ragazzi di provincia calati a Roma per fare gli attori! In seguito Marco Tullio volle incontrarmi. Parlammo a lungo dei due fratelli Carati, mi convocò per un provino. Non volle che leggessi tutto il copione, mi diede solo le prime due parti. Al momento del provino perciò non avevo alcuna idea di come Matteo andasse a finire. Feci il provino con Jasmine Trinca, la scena di quando si ritrovano dopo tanti anni in ospedale. Era un lungo monologo, tre o quattro pagine di copione che avevo studiato fin nelle virgole. Al momento di cominciare Marco Tullio mi fa: Sai la parte? Bene, dimenticati tutto, inventa, improvvisa!
Dopo esser stato scelto mi sono messo a leggere tutti i libri che poteva aver letto Matteo: Baudelaire, Rimbaud, Rilke, Mann, Conrad, Camus, Sartre, Ginsberg, Kerouac, la beat generation... avevo la casa tutta tappezzata di foto dell’epoca, cercavo di familiarizzare con quelle immagini. Marco Tullio mi ha detto: noi sappiamo che Matteo muore ma Matteo non lo sa. Non farmi capire niente in anticipo... Così mi son messo a studiare ogni sguardo, gesto, intonazione, per poi subito cercare di nasconderli, come uno che - pieno di dubbi sulla propria identità - cerchi di proporre un’immagine di sè agli altri, una maschera che protegga la sua fragilità. Matteo vorrebbe amare tutti, essere comprensivo, ma è aspro invece, intransigente. Quanto più ama tanto più mette alla prova. Forse solo Nicola sa come prenderlo. Mi piacciono molto le scene in cui i due fratelli litigano, chiunque abbia fratelli o sorelle sa che succede così. In Matteo c’è una forte ambiguità sessuale, un problema con le donne, dalle quali pure è attratto. S’innamora un po’ di Giorgia (Jasmine Trinca) ma non sa raccogliere la sua muta dichiarazione d’amore accanto al jukebox. S’innamora un po’ di Mirella (Maya Sansa) ma non riesce a ricambiarne la generosità. In lui c’è – repressa, inconfessata - una forte componente omosessuale. Lo vediamo all’inizio già "scafato" che porta il fratello e gli amici da una puttanella. Sarà lei a dirci per prima che Matteo è "strano". E le prostitute saranno negli anni un appuntamento costante, in sostituzione delle donne reali che non sa o non vuole affrontare.
Ai 18 anni ho fatto due anni in polizia. A viale Zara a Milano, come servizio militare obbligatorio. Ho fatto il celerino come Matteo, ho partecipato alle cariche, usato il manganello; ricordo ancora la paura che avevamo. Non ho avuto bisogno di training sull'uso delle pistole, niente controfigura per le scene d’azione! Girando gli scontri del ‘73 a Torino, mi ricordavo molto bene di quelli dell'85 cui avevo partecipato. Era tutto così realistico - le Campagnole , le divise, gli scudi, le armi - che per un attimo mi è tornato in gola lo stesso terrore. Insomma, Matteo dovevo proprio farlo io! Un po' come Lo Cascio con Nicola: anche lui ha dato otto esami di medicina all'università, Nicola era lui, doveva farlo lui! La scena in cui Matteo riappare nel finale durante la passeggiata di Mirella e Nicola è stata un’idea di Marco Tullio dell’ultimo momento. Quando mi ha detto che voleva girarla sono rimasto interdetto, tutti siamo rimasti interdetti. Già mentre la giravo mi sono accorto che funzionava, anche se non sapevo spiegare perchè. C’era una sensazione di grande tenerezza, di serenità e riconciliazione intorno a quel bacio che loro due dovevano darsi. Mi piaceva, è stato bello girarla…

14/02/2007