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Intervista con Franco Ceraolo, scenografo de "La Meglio Gioventù"


Intervista con Franco Ceraolo, scenografo de
Una scena del film "La Meglio Gioventù"
… devo confessare che rimasi un po' meravigliato quando Marco Tullio Giordana mi chiamò per "La Meglio Gioventù". Dopo lo straordinario successo de "I Cento Passi" era strano che volesse realizzare quattro puntate per la televisione. Ma dopo aver letto tutto d'un fiato la splendida sceneggiatura (oltre 600 pagine!) mi sono reso conto di cosa poteva averlo affascinato e con grande gioia mi sono buttato nell’impresa. Ripercorrere quarant’anni della nostra storia, attraversando epoche, città, ambienti sociali diversissimi si presentò subito come un lavoro molto impegnativo. Per di più, malgrado la destinazione per il piccolo schermo, fu subito chiaro che Marco Tullio intendeva farne un film vero e proprio, con lo scrupolo e l’amore per il dettaglio che ben conoscevo. Altra difficoltà era data dal gran numero di ambienti. Ricordo che un giorno Angelo Barbagallo, il nostro appassionato produttore, mi convocò nel suo ufficio manifestandomi le sue preoccupazioni per i rischi e la responsabilità (anche economica) che gravavano sul mio reparto. Aveva contato ben 240 ambienti, tutti diversi tra loro nella tipologia e nelle trasformazioni di epoche, passando dalla Sicilia attraverso tutta l'Italia fino alla Norvegia. Scherzando gli dissi: "Grazie di averli contati tutti, nessuno escluso. Io non l'avevo ancora fatto per non scoraggiarmi!"
Ricostruirli in teatro sarebbe stato troppo costoso. Risolverli con ambienti dal vero avrebbe significato sprecare il tempo delle riprese con spostamenti continui. Fu risolutivo aver trovato lo stabile di via del Vantaggio. Era un grande palazzo di cinque piani e a due passi da Piazza del Popolo, totalmente disabitato in attesa della ristrutturazione che la proprietà stava per intraprendere. La produzione se ne assicurò l’affitto per tutta la "finestra" che si apriva prima dell’inizio dei lavori. Era composto di vari garages (dove abbiamo allestito attrezzeria e falegnameria), appartamenti, sotterranei, terrazze, locali per i lavatoi, cortili, etc; per più di un anno è diventato il nostro grande teatro di posa, centro di produzione, postazione Avid. Grazie a questa opportunità è stato possibile realizzare più del 90% degli interni del film trasformandoli di volta in volta come in una scatola cinese. Vi abbiamo ricavato: l’appartamento dei Carati, una casa di ringhiera della Torino sovraffollata dagli emigranti, un carcere di massima sicurezza, vari "covi" di terroristi, una casa fatiscente dei quartieri poveri di Palermo, la baracca della giovane prostituta, il sotterraneo della Uffizi completamente allagato dall'alluvione di Firenze del 1966, forse la cosa più complicata di questo film (abbiamo dovuto realizzare negli scantinati una vera e propria "piscina" di quasi 200 metri quadri)!
L’alluvione è stata un incubo anche per la scena in esterni: Marco Tullio voleva un luogo
immediatamente riconoscibile e aveva scelto la piazza degli Uffizi, col Palazzo Vecchio, il David di Michelangelo e piazza della Signoria sullo sfondo!
Non volevamo fare interventi «digitali» intervenendo in post produzione: volevamo che tutto fosse come allora. Il problema era montare e smontare le scenografie nel minor tempo possibile, tenendo conto che avremmo lavorato su beni artistici e storici tra i più preziosi al mondo. Abbiamo dovuto stendere un telo di più di 1000 metri quadri a protezione della pavimentazione e su quello spandere più di venti camion di sabbia e acqua. Poi tutti i relitti: carcasse di piante, automobili, suppellettili strappate alle case. Col senno di poi devo dire che Comune e Soprintendenza sono stati veramente coraggiosi! Era incredibile vedere le facce di turisti e curiosi che scattavano foto a più non posso. A scenografia ultimata vidi una coppia di signori anziani che piangeva. Mi avvicinai, li sentii rievocare quei terribili giorni. Per me quella commozione era forse il migliore dei complimenti, ma mi fece riflettere sulla ferita terribile che quel novembre del ‘66 aveva inciso per sempre nella loro vita...

14/02/2007