Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Intervista a Luis Prieto sul film "Ho Voglia di Te"


Intervista a Luis Prieto sul film
Una scena del film "Ho Voglia di Te"
Come sei arrivato in Italia? Come sei venuto in contatto con i produttori di Cattleya
per "Ho Voglia di Te"?

Luis Prieto: Sono arrivato in Italia cinque anni fa, quando ho portato il mio cortometraggio "Bamboleho" alla Mostra del Cinema di Venezia, vincendo la Menzione Speciale della Giuria. Il cortometraggio è diventato il mio biglietto da visita e sono entrato quasi subito in contatto con Cattleya; in tutto questo tempo abbiamo cercato un progetto da realizzare insieme, finché è arrivato "Ho Voglia di Te". Tre anni fa mi sono trasferito in Italia, anche se nel frattempo sono stato in Argentina a girare un film per una produzione spagnola, oltre ad alcuni spot pubblicitari in Spagna.

ertanto "Ho Voglia di Te" è il tuo primo lungometraggio italiano?
Luis Prieto: Si, è il mio primo film italiano, anche se il mio esordio con un lungometraggio è "Condom Express,di cui parlavo sopra, che però deve ancora uscire nei cinema, quindi possiamo dire che "Ho Voglia di Te" è il primo film che arriverà al grande pubblico.

Come è stato affrontare un fenomeno così grande come 3MSC, cimentandosi in un sequel tratto da un libro così popolare come "Ho Voglia di Te"?
Luis Prieto: In primo luogo si trattava di un sequel, con tutti i pro e i contro. Essendo spagnolo e non avendo vissuto in prima persona il successo ed il fenomeno derivato da 3MSC, per me si trattava, da un certo punto di vista, di un film nuovo. Ed infatti il mio approccio è stato proprio questo: cercare di fare un film completamente nuovo che potesse essere considerato, da chi aveva visto il precedente, come un vero sequel senza rimanerne deluso. Contemporaneamente ho cercato di realizzare un film compiuto e a sé stante, per chi invece non ha mai visto 3MSC. Sicuramente in comune con il precedente ci sono gran parte dei personaggi, che però in "Ho Voglia di Te" inevitabilmente sono cresciuti, sono più maturi e si trovano a dover anche affrontare una vita più adulta.

Qual è stato il tuo approccio con il libro e poi con la sceneggiatura?
Quando ho letto il libro ho provato a identificare quali erano le parti più significative per trasformarlo in un film, ho cominciato a visualizzare le immagini che poi sarebbero diventate scene, dialoghi e situazioni. Penso che un libro da cui si trae un film debba essere per il regista fonte d’ispirazione per il proprio lavoro per arrivare pian piano a dimenticarsi del testo originale.

Di che cosa parla "Ho Voglia di Te" e a chi si rivolge?
Luis Prieto: HVDT è una storia d’amore, la storia di un ragazzo che torna a casa dopo aver vissuto un po’ di tempo all’estero, che ha alle spalle il primo vero amore, che è cresciuto e che si trova di fronte una realtà completamente diversa da quella che aveva lasciato. Mi ha fatto ricordare la mia esperienza personale, quando sono tornato a Madrid dopo aver studiato diversi anni negli Stati Uniti. Tutto era cambiato e nulla era cambiato... "Ho Voglia di Te" è un film per tutti; per i giovani perché i protagonisti sono dei ragazzi, che vivono inquietudini e problemi ai quali a volte non riescono a dare soluzione; per gli adulti, perché dà loro l’opportunità di affacciarsi sul mondo dei figli, con le loro fragilità, le insicurezze, l’approcciarsi al mondo del lavoro e il vivere il sesso e l’amore.

Nel film Roma è fotografata e descritta in maniera particolare, come l’hai voluta
rappresentare?

Luis Prieto: Ho cercato di attingere alla mia conoscenza della cultura italiana, quella che ho potuto assorbire vivendo a Roma e quella rappresentata da tutto il cinema italiano di cui sono un grande ammiratore. Ho provato a rappresentare una Roma un po’ diversa, forse condizionato dal fatto che sono straniero e che non la vedrò mai come chi ci abita o chi la vive completamente. Mi piace pensare a una Roma piena di contrasti, dove le rovine del passato convivono con una gioventù moderna, una Roma d’avanguardia da esplorare, da reinventare e da scoprire.

E Gin? Chi è questa ragazza che riesce ad affascinare e a travolgere Step?
Luis Prieto: Inevitabilmente Gin doveva essere l’esatto contrario di Babi, la Babi che avevamo conosciuto in 3MSC, una ragazza molto posata, con le idee chiare, con una famiglia un po’ snob. Gin invece è una ragazza molto dinamica e creativa, ha tantissimi interessi, lo sport, la musica, la passione per la fotografia e sa che, comunque, per raggiungere degli obiettivi la strada è lunga e piena di sacrifici. In amore come nella vita.

Com’è stato dirigere degli attori già noti al grande pubblico e considerati “gli emergenti del momento”?
Luis Prieto: Tenendo presente che sono in Italia da poco, in realtà non sapevo molto della loro notorietà, soprattutto quando ho iniziato a lavorare per il film. Per questa ragione il mio approccio con loro è stato semplicemente quello di un regista che si trova a dirigere dei bravi attori. Quando poi, una volta sul set, ci siamo trovati assediati da tantissimi ammiratori e paparazzi, mi sono reso conto di tutto...

Hai nuovi progetti di lavoro in Italia?
Luis Prieto: Mi sono trovato molto bene e chissà, da cosa nasce cosa, magari con gli stessi produttori...

12/03/2007