Il mistero del cinema di Luigi Comencini al Pesaro Film Festival 2007
Ieri (al Cinema Astra, che ha ospitato l’Evento Speciale a lui dedicato ) si è tenuta l’attesissima tavola rotonda finale su Luigi Comencini: un’ occasione rara per ricordare, alla presenza della famiglia (la moglie Giulia Grifeo, le figlie Cristina e Paola), di critici e collaboratori, la figura dell’ uomo, del marito e del padre e per rileggere l’opera di uno dei più grandi cineasti italiani del dopoguerra. Ha introdotto e moderato i lavori Bruno Torri (membro del Comitato Scientifico della Mostra del nuovo cinema) ribadendo la finalità della Mostra e degli Eventi Speciali che intendono, accompagnati da volumi di documentazione, contribuire a produrre cultura. Più che mai quest’anno in cui si sono moltiplicati gli appelli da parte di intellettuali, artisti, registi per rivendicare, a discapito della spettacolarizzazione spinta e della sola logica di mercato, la centralità della cultura nel nostro paese, la Mostra ribadisce con estrema forza la sua identità di manifestazione colta e di ricerca. Una politica culturale che, con le proiezioni in piazza, non trascura le esigenze del pubblico di non addetti ai lavori ma che privilegia da sempre un’originale linea accademica attraverso le nuove immagini ed un nutrito catalogo di dibattiti e incontri. Per contestualizzare la figura di Comencini, Torri ha voluto sottolineare la sua centralità nell’aver rilanciato, insieme a cineasti come Monicelli, Lattuada, Risi, il cinema italiano, coniugando cinema di qualità con l’attenzione verso il pubblico. Comencini ha dato il suo contributo con una filmografia caratterizzata da opere di buon livello, tra cui spiccano capolavori come "
Tutti a casa", "
Voltati Eugenio", "
Infanzia, Vocazione e prime Esperienze di Giacomo Casanova Veneziano" e "
L’Ingorgo". Il convegno ha dato subito spazio e parola agli interventi degli addetti ai lavori, aperti da quello di Gaetano Blandini che, a nome del Ministro Rutelli, ha rinnovato anche dopo la Mostra di Pesaro l’impegno del Ministero a proseguire nell’opera di divulgazione del cinema di Comencini, a partire dalla prossima
Mostra di Venezia. L’interrogativo di base, proposto da Adriano Aprà, curatore dell’evento e del libro “
Luigi Comencini il cinema e i film” che accompagna la rassegna ruota intorno alla figura multiforme del regista milanese. Esiste dunque un Comencini segreto, un lato mai svelato e capito di questo grande maestro del cinema? La rivelazione della parte misteriosa di Comencini emerge dall’interno della sua famiglia. Per la figlia Cristina: “
Il suo segreto risiede nel continuo stare dentro le cose concrete, coniugando una vena colta e artistica con la consapevolezza etica. Mio padre era un uomo colto e la cultura è la carne del suo cinema”. Sul concetto di segreto è intervenuta anche la saggista Patrizia Pistagnesi, autrice di un scritto sull’etica nel cinema di Comencini: “
Il suo segreto risiede nella nostra nostalgia verso il lavoro di un autore capace di interpretare la realtà, raccontandola e rappresentandola in modo essenziale. Il desiderio di cogliere la realtà e di rappresentare i volti ha attraversato e animato tutto il suo cinema.” A confermare la complessità di Comencini ed il suo mistero ha contribuito l’intervento di Tullio Masoni ricordando come il regista milanese commentava il suo Casanova: “
Le scene meglio riuscite sono quelle che hanno una chiave sottaciuta”. Scelte che avrebbe ripreso nello sceneggiato tv Cuore che secondo Masoni: “
Raggiunge una segreta raffinatezza dal punto di vista del linguaggio.” Segreto è anche il Comencini padre che come ha ricordato sempre Cristina: “
Prima di conoscere mia madre non aveva nessuna intenzione di fare figli e con noi è stato paterno con i fatti più che con i gesti. Mio padre era una persona misteriosa che teneva un mondo dentro di se e manifestava una forza intimidente e brusca.” “
Con il suo cinema - ha proseguito Cristina -
cercava sempre di replicare la vita attraverso le facce. Amava mettere la verità alla prova della vita.” Le facce di Comencini erano rappresentate al convegno da Memè Perlini che ha recitato in Voltati Eugenio e Cercasi Gesù e da Andrea Balestri, oggi quarantenne, che ha sette anni e mezzo è stato "
Pinocchio" nell’omonimo sceneggiato tv. “
Di Luigi - ha detto Perlini -
ho un ricordo meraviglioso, lo considero il mio padre artistico, da lui volevo sapere di cinema e lui da me voleva sapere di teatro”. Anche per Balestri è stato come un padre: “
Il suo atteggiamento nei miei confronti era profondamente paterno. Sul set riusciva a farmi recitare come voleva lui, lasciandomi la convinzione che ero stato io a fare bene. Comencini non mi diceva mai le battute che dovevo dire. Mi spegava la situazione e mi chiedeva: tu come reagiresti, in questo caso ? Che cosa diresti? E alla fine, la frase che dicevo, ma che avevo pensato io, era esattamente quella del copione”. Anche Giuliano Gemma che ha lavorato con Comencini in "
Delitto d’Amore", non potendo partecipare alla tavola rotonda per motivi di lavoro ha mandato questo breve messaggio: “
Ho avuto la fortuna di lavorare con lui in questo bellissimo film e con al fianco Stefania Sandrelli. Di Comencini dicevano che, in particolare, era bravissimo a dirigere i bambini, ed è vero. Personalmente, sono rimasto conquistato da come dirigeva in "Delitto d'Amore", Antonio Iodice, nel ruolo del fratellino della Sandrelli: era davvero eccezionale vedere come riusciva a fargli fare con assoluta naturalezza esattamente quello che voleva”. La chiusura del convegno è stata lasciata alla moglie Giulia Grifeo che senza tanti giri di parole ha semplicemente detto emozionata che il marito “le manca tanto”, riscuotendo un sincero applauso da tutti i presenti.
Cristina Comencini ha onorato la tradizione inaugurata qualche anno fa alla
Mostra
del Nuovo Cinema lasciando l’impronta delle sue mani sulla mattonella della
"
Walk of Fame" della manifestazione.
01/07/2007