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Conferenza Stampa (Milano, 09/01/2008): L'Allenatore nel Pallone 2


Conferenza Stampa (Milano, 09/01/2008): L'Allenatore nel Pallone 2
Affollata conferenza stampa nel foyer del Cinema Odeon di Milano per l’anteprima de "L’Allenatore nel Pallone 2", firmato da Sergio Martino (l’unico regista italiano a poter dire di aver filmato e diretto Nicole Kidman, in "Un’Australiana a Roma", 1987) e interpretato da Lino Banfi (nei panni del leggendario coach della Longobarda Oronzo Canà), da Anna Falchi (formosa e provocante giornalista sportiva alla ricerca di scoop) e da numerosi campioni del calcio nostrano (non si contano i camei, tra quelli di Totti, Del Piero, Graziani, Galante, De Rossi, il presidente Lotito ecc). Lino Banfi appare innervosito ma confessa subito che, questa volta, i giornalisti e i fotografi non c’entrano. L’Alitalia (piove sul bagnato!) ha smarrito i suoi bagagli e quelli di tutto l’ufficio stampa proveniente da Roma (“sono rimasto in mutende” dice con ironia il "nonno Libero" televisivo). Dopo ben ventiquattro anni, dopo Calciopoli e dopo un’Italia che forse non esiste più, il gioco del pallone ridiventa dunque il filo conduttore di un film tuttavia più frammentario e posticcio dell’originale. La logica produttiva è quella del sequel, ma il film sembra più un remake: tutto sembra essere rimasto uguale al passato, con poche variazioni: la formula della bi-zona, il fantomatico modulo 5-5-5 che diventa il modulo a farfalla, i tormentoni comici di Banfi, le carrellate delle star televisive e calcistiche, si rivede persino il centravanti brasiliano Aristoteles. Operazione nostalgia oppure operazione commerciale? Con obiettività e modestia Lino Banfi risponde che sono state talmente accorate le richieste del pubblico e dei fan, in tutti questi anni (e dei produttori, aggiungiamo noi) che alla fine ha detto sì. “Certo, non sono più quello di ventiquattro anni fa, sono un po’ appesantito, sono un vecchiarello di 71 anni ma dovete sapere che girare L’Allenatore nel Pallone 2 mi ha fatto sentire di nuovo giovane. Sergio Martino e tutti quelli del set non ci credevano, ma correndo per il campo, ai bordi della panchina, scorrazzando di qua e di là nelle numerose sequenze movimentate del film, non mi affaticavo. Alla sera sarei stato pronto a girare ancora. E questo per me è stato un ottimo segno. Il film spero che diverta e, vi assicuro, è stata davvero una bella immagine quella vista ieri all’anteprima di Roma. Una famiglia intera che assisteva alle prodezze dell’allenatore più simpatico che il cinema italiano abbia inventato. Padre di famiglia, figlio ventenne e nipotino di sette,otto anni. Un film per più generazioni insomma”. Il regista Sergio Martino conferma la buona accoglienza “acritica” del pubblico: “Il film conta già su una prevendita di insospettate dimensioni. Siamo a quota 700 a Roma e il film uscirà venerdì per Medusa in 600 copie. Tanto per farvi capire il film I Am a Legend con Will Smith, in uscita lo stesso giorno, è soltanto a quota 120 di prevendita. È un risultato confortante per il film ma anche per il cinema italiano". "Tuttavia - sottolinea ancora Martino, e gli fa eco Banfi, “il film è un tributo anche ad una stagione del nostro cinema e del nostro Paese a cui il pubblico, gli italiani insomma, dimostrano di essere rimasti molto affezionati. Forse le cose erano più genuine allora, forse erano anche più sciocche e più semplici, ma più umane. E poi resta il marchio di un certo cinema di genere che non accenna a fermarsi”. “Sì, è vero” chiosa Banfi, “adesso anche la moda riscopre i tardi anni Settanta e i primi anni Ottanta, le ragazze si vestono in un certo modo, mi dicono che torneranno in auge per gli uomini i pantaloni a zampa di elefante. E poi non mi stancherò mai di ricordare l’aneddoto di qualche anno fa, quando incontrai Quentin Tarantino. Io non lo avevo nemmeno riconosciuto, lui mi si fece incontro, si inginocchiò e mi chiamò maestro. Cominciò a mimare una sequenza che aveva visto la sera prima in un film proprio di Sergio Martino, Spaghetti a Mezzanotte, dove io massaggiavo, diciamo il lato B, di Barbara Bouchet! E poi mi dissero che nei giorni precedenti il nostro incontro, il regista di Pulp Fiction, aveva visto tutti i film di Sergio Martino e moltissimi altri di quel periodo irrepetibile del cinema italiano. Chissà, in altre forme e con prodotti diversi L’Allenatore nel Pallone 2 potrebbe sollecitare nuovamente una riscoperta di certe commedie commerciali”. Auguri dunque al film di Sergio Martino anche se resta da menzionare l’abbuffata di product placement che lo spettatore, più o meno ignaro, è costretto a sorbirsi durante la proiezione. Tra telefonini, brick di estathè inquadrati in primo piano, marchi di liquore, Sky e chi più ne ha più ne metta, sembra di essere davanti alla TV. Sarà un caso? Erano proprio altri tempi quelli del primo Oronzo Canà. Allora non c’erano neppure i cellulari. Moggi non avrebbe potuto telefonare a nessuno e, chissà, la storia sarebbe andata in altre direzioni.


Conferenza Stampa "L'Allenatore nel Pallone 2"


09/01/2008, 18:37

Riccardo Lascialfari