Note di produzione "L'Estate d'Inverno"
Fare il produttori in Italia oggi è un mestiere da avventuriero.
Farlo poi alla vecchia maniera, ossia investendo e rischiando in prima persona, scegliedno un giovanissimo regista di 19 anni, è quasi una follia, un caso di cinema pionieristico. Lo abbiamo fatto con grande entusiasmo, il risultato è stato un film intenso, originale, trasudatnte d’ umanità in conflitto con se stessa, come del resto è la vita, soprattutto quanto si è giovani e ci si trova a dover fronteggiare responsabilità importanti come con la notizia inattesa di essere a breve padre o madre. Il film è una sorta di duello psicologico contemporaneo, tutto giocato in una stanza, dove i protagonisti prendono continuamente le ‘necessarie’ distanze, scambiandosi sguardi come pallottole, mentre la macchina da presa si muove con giri di rivoltella e la fotografia sciolge la maschera di cui si fanno forti i due protagonisti, mostrandoli nudi, inerti di fronte a se stessi, congelandoli poi nella loro misera nudità,
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L’Estate d’Inverno” è un film che ci è innanzi tutto piaciuto.
Prima ancora del film ci ha entusiasmato l’incontro con Davide Silbaldi che lo ha scritto e diretto, un giovane di talento con una poetica ispirata al cinema psicologico e con un suo sguardo orientato al futuro e alle nuove tecnologie, quindi alla possibilità di fare cinema a basso budget senza rinunciare ad una propria interpretazione del mondo e del cinema tout court.
Questo film nasce dalla volontà di un gruppo di produttori Milanesi decisi a dar dare voce alle nuove generazioni attraverso azioni concrete, tramite una politica produttiva che apra spazi a nuovi interpreti, permettendo ai giovani registi di conquistarsi un’occasione e una visibilità che normalmente agli emergenti viene negata.