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Note di regia del film "Mojito - L'Altra Luce del Cinema"


Note di regia del film
Quando nel 2004 ho iniziato a lavorare al soggetto di Mojito, avevo il solo unico intento di portare al cinema e far emozionare anche chi il cinema lo può solo ascoltare. Parto dal fatto che da sempre sono stato attratto dalla musica e dal suono in un film grazie anche a George Lucas, che ha saputo trasformare in tecnologia quanto di più invisibile ma emozionante possa esistere: il suono. Studiando il cinema dalle origini, l’immagine in movimento senza dubbio ha il suo fascino, ma con l’avvento del sonoro più che del colore, si porta nell’immaginario dello spettatore seduto in sala qualcosa che è in grado di entrarci d’entro. Una bella immagine colpisce la retina del mio occhio per far scattare un meccanismo inconscio in cui occhio e mente sono correlati e interagiscono reciprocamente senza interruzioni. Ma la musica, il suono e i rumori, toccano le corde più profonde del nostro io. Il buio della notte ci mette paura per il suo silenzio o i suoi scricchiolii non per il suo colore. Da qui ho iniziato a pensare cosa potesse vivere chi vive costantemente nel buio e mi si è aperto un mondo. Tante le patologie differenti, tanti numeri incredibili di casi nel mondo, tante orecchie da soddisfare per la loro fame di sapere e sentire. Una semplice storia di un veloce incontro/scontro tra due ragazzi che sono accomunati da uno stato di ipovedenza legato a patologie diverse. Si scontrano fisicamente ma si incontrano grazie alla loro sensibilità - Anna sa di Paolo ma Paolo non sa di Anna. Ciò che basta a Paolo è sapere che c’è qualcuno che lo tratta per ciò che è e come si manifesta, senza troppi sensi di colpa inutili. Anna vive un viaggio tra i rumori e i suoni di Venezia provando il peggio per partire e forse andare incontro al miracolo. Comunque vada Anna grazie a Paolo e alla sua voglia di vivere, ha capito che il modo migliore per continuare a vedere è sognare. I suoni di Venezia, la voce dei protagonisti i temi musicali disegnati su di loro, ci accompagneranno in questo viaggio tra luce e buio, dando spazio a sua maestà il suono. Se gli occhi sono lo specchio dell’anima le orecchie sono la via più breve per toccarla.

Stefano Bruno