Festival di Roma 2008: Al Pacino: dall'Actor Studios a Roma
Ad aprire la 3. Edizione del
Festival Internazionale del cinema di Roma è stato Al Pacino, stella hollywoodiana, uno dei più grandi attori viventi. Nell'iincontro, organizzato da Mario Sesti e Antonio Monda, l'attore ha parlato della propria carriera e ha dato anticipazioni sui futuri progetti. Del periodo in cui, ancora inesperto, cominciava a seguire i corsi della storica “Actor Studios” ne parla accennando un sorriso, perchè "
si tratta di un ambiente fantastico in cui ognuno è libero di poter sperimentare e ti da la possibilità di studiare al fianco di grandissimi". Il Suo maestro fu Lee Strasberg che incontrò anni dopo sul set del “
Padrino Parte Seconda” e di quell'esperienza ha affermato: "
non è facile dividere le battute col proprio maestro, ma quando sei lì ti ritrovi a camminare su un filo al di sotto del quale c'è un burrone e scopri che l'unica possibilità di uscirne è stringersi per mano. Ho imparato a conoscerlo anche fuori dal set e ricordo che l'unico consiglio che volle darmi fu “impara le battute!”.
Pacino parllando delle nuove tecnologie, ricorda che una trentina di anni prima Coppola gli fece notare che una moda era già in atto: "
Francis mi disse guarda un po' quella ragazzina lì giù. Lo vedi cosa impugna? E' una videocamera. Da qui a breve sarà una tendenza!. Sapere che la gente ha la possibilità di sperimentare e dare ogni giorno qualcosa di nuovo e innovativo è una grande cosa". Alla domanda sulle nuove generazioni di attori, Pacino ha affermato di vederle molto più intraprendenti di una volta. Ma prima di essere un'icona del cinema, Pacino è un attore a tutti gli effetti e come tale dice di preferire il teatro: "
E' un ambiente molto più personale e adoro il pubblico dal vivo". Innamorato di Shakespeare e Oscar Wild, commentando una frase di “
Scarface” di Brian De Palma, che lo vedeva protagonista nei panni di Toni Montana dice: "
In quel film dicevo di dire la verità anche quando stavo mentendo. E bene, non sono d'accordo con chi vede il recitare in accezione negativa, volendo dimostrare che si finge di fare qualcosa. Sono sicuro del contrario. Nella vita reale si mente, ma nell'arte si cerca di perseguire sempre la verità". Infine ha ricordato alcuni episodi divertenti avvenuti in carriera e problemi che solo col tempo è riuscito a risolvere, come quello dell'uscita dal personaggio: "
Due mesi dopo la fine delle riprese di Quel Pomeriggio da un Giorno da Cani” mi hanno richiamato sul set per girare nuovamente delle scene, ma io non riuscivo a trovare più il personaggio. Ne ero uscito completamente e non lo ritrovavo. Oggi ne sono uscito, anche se qualche volta mi capita di ritrovarmi a recitare in una piecè shakespeariana un brano di Amleto in un'opera completamente diversa. Può succedere e quando accade è buffo e piacevole!". Nel corso della serata l'attore ha poi incontrato il pubblico e commentato delle sequenze di film, quali “
Il Padrino” e “
L'Avvocato del Diavolo”, da lui personalmente selezionate. Al termine sono state proiettate due pellicole, la prima contenete tre minuti inediti della suo prossimo lavoro dal titolo "
Salomaybe?”, che si augura di poter portare al Festival di Roma nella prossima edizione, e successivamente è stata la volta del film “
Chinese Coffe” di cui è autore e protagonista.
23/10/2008, 11:00
Antonio Capellupo