Note di regia del documentario "Città Aperta.
Vita Culturale a Roma dal '44 al '68"
L’idea da cui siamo partiti è quella di raccontare la grande stagione culturale che si sviluppò a Roma (ma potremmo dire in Italia) dal giugno del ’44, con l’arrivo degli alleati, alla fine degli anni ’60, quando, con le vicende del ’68, lo scenario muta di colpo, e irreversibilmente. E di raccontarla in un modo il più possibile “avvincente”, come quasi mai si fa quando si parla di cultura. Ma tutto quello che accadde allora – il neorealismo, le dispute tra arte figurativa e arte astratta, la nascita della televisione, il fiorire di riviste culturali -, con al centro della scena artisti e intellettuali di grande rilievo internazionale, non solo è alla base anche dell’oggi ma può appassionare anche quanti, per ragioni anagrafiche, non hanno avuto la possibilità di vivere quell’epoca. Tra questi i giovani, che potrebbero essere interessati a una storia della cultura fatta con strumenti a loro più congeniali come quelli audio-visivi. Per una volta, infatti, si è attinto a documenti straordinari sepolti negli archivi dell’Istituto Luce, della Incom e, in qualche caso, della Rai, per dare spazio non già ai protagonisti della storia politica ma dell’arte e della cultura in tutte le sue declinazioni, rendendo così possibile vedere e sentire la voce di grandi personalità (da Benedetto Croce a Carlo Emilio Gadda, solo per fare degli esempi), di cui pochi ormai hanno un ricordo diretto. L’ambizione è quella di continuare e di ricostruire, magari per città e aree territoriali, la storia della cultura italiana del Novecento.
Gianni Borgna