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Nada: "Costanza Quatriglio č entrata nella storia del
mio libro ed č rimasta affascinata dal suo aspetto
umano e da un lato di me che non immaginava"


Il Mio Cuore Umano”, il libro della cantautrice Nada, "sbarca" alla 62° edizione Festival Internazionale del Film di Locarno nella sezione Ici et Ailleurs in un documentario realizzato dalla regista Costanza Quatriglio, che ripercorre le vicenda di una donna e di una artista diventata una "icona" della musica italiana.


Nada:
In che occasione sono avvenuti i primi contatti con la regista Costanza Quatriglio?
Nada: Costanza l’ho conosciuta qualche anno fa perchč era venuta ad un mio concerto, perchč avevo cantato una canzone nel film di suo marito Daniele Vicari, “Il Mio Paese”. Al termine della serata ci siamo incontrate e ha dimostrato subito un grande interesse per le mie canzoni, soprattutto il repertorio piů recente. Le piaceva particolarmente il mio linguaggio musicale e dopo aver simpatizzato, ci siamo lasciate ipotizzando un giorno una collaborazione. Generalmente queste cose si dicono, ma poi realizzarle č sempre difficile perché ognuno ha i suoi percorsi.

Ma questa volta č andata diversamente…
Nada: Si perché nel frattempo č uscito il mio libro “Il Mio Cuore Umano” e Costanza dopo averlo letto mi ha chiamata. Era un po’ che non ci sentivamo ed era felice di averlo letto, e dire che le era piaciuto tantissimo č comunque riduttivo. Era entrata in questa storia ed era rimasta affascinata dall’aspetto umano, da un lato di me che non immaginava. Un giorno mi ha richiamata dicendomi che in futuro avrebbe voluto trarne un film, ma nel frattempo avrebbe voluto girare un documentario che raccontasse non la storia della mia carriera, ma la storia personale, la mia vita. All’inizio sono rimasta un po’ perplessa ed ero un po’ imbarazzata, anche perché queste cose si raccontano al termine di un processo o al massimo, e qui facciamo corna, quando si termina il percorso terreno. La sua idea era invece tutt’altra, era spinta da un interesse vero e sincero e ho scelto di affidarmi a lei, donna molto sensibile e delicata. E questo č stato necessario perché inevitabilmente abbiamo toccato tematiche intime quali il rapporto con la figura materna, ricorrente nei miei libri.

Quali sono state le prime impressioni, dopo aver visto il documentario terminato?
Nada: Quando ho visto il documentario sono rimasta molto contenta, anche se per me č molto difficile giudicarlo e preferirei attendere una risposta del pubblico che lo vedrŕ per la prima volta a Locarno. A lavoro terminato mi sono molto divertita e mi sono sentita libera e a mio agio. Non so se sarei riuscita a lavorare con qualcun altro e magari in modo diverso. Parlare di se stessi č forse la cosa piů difficile, le cose che faccio sono lě, esistono, ma mi costa spiegarne i processi.

In parallelo a quella musicale, nel 1974 con lo sceneggiato “Puccini”, comincia una carriera nel mondo della tv e del cinema, proseguita con importanti collaborazioni con autori quali Francesca Archibugi. Puoi dirci cosa che peso ha avuto il cinema nella tua carriera?
Nada: Quando uno si occupa di musica, si ritrova in un territorio molto vicino al cinema. Sono forme espressive e creative che possono incontrarsi facilmente, ma nel mio caso sono state solo ancora piccole apparizioni. Dico ancora perché non si sa mai nella vita, ma non la considero una forma in cui sono riuscita totalmente ad esprimermi. Nel teatro ho lavorato in modo piů serio e importante, cimentandomi da zero con progetti miei. La musica da qualche anno č ancora piů importante perché scrivo le mie canzoni, preparo i miei progetti, lavoro ai miei concerti e agli stessi progetti teatrali. Al cinema chissŕ.

Proprio per il film “Con gli Occhi Chiusi” della Archibugi, ti sei trovata a cantare per la prima volta il brano “Nati Alberi”, composto per te dal maestro Battista Lena. Che ricordo hai di quell’esperienza?
Nada: Una bellissima canzone, davvero molto emozionante. A volte mi capita di cantarla in qualche concerto particolare, perché si tratta di una canzone un po’ ninna nanna e un po’ popolare.

C’č un’altra canzone che impazza nel cinema italiano. Si tratta evidentemente di “Ma che Freddo fa”, presente nelle colonne sonore di pellicole quali “La Finestra di Fronte” e “Mio Fratello č Figlio Unico”. Ti č mai sembrata cosě “cinematografica”?
Nada: E’ un pezzo che ormai appartiene alla storia della musica italiana, ma non pensavo potesse avere questo forte impatto dal punto di vista cinematografico. Ma devo dire che in “Mio Fratello č Figlio Unico” č presente anche un altro brano molto utilizzato a cinema, “Amore Disperato”, e vi sono anche altri casi in altri film.

Negli scorsi giorni ci siamo trovati ad affrontare con diversi addetti ai lavori il grave problema dei possibili tagli al “Fondo unico per lo Spettacolo”. Qual č il tuo punto di vista in merito?
Nada: Devo essere sincera, dati parecchi impegni che si sono accavallati in questo periodo, ho seguito poco la vicenda. Mi č stata raccontata da alcuni amici registi, pur non approfondendo, ma penso che un taglio č sempre un taglio, e fa sempre male. Mi piace molto di piů la parola “dare” rispetto a “tagliare”.

30/07/2009, 11:01

Antonio Capellupo