Si apre ufficialmente la 62° edizione del Festival
Internazionale del Film di Locarno
Come consuetudine al chiostro delle Magistrale di Locarno colmo di giornalisti di tutto il mondo si è aperto la 62° edizione del
Festival Internazionale del Film di Locarno, secondo Festival di importanza mondiale. Sia il presidente
Mario Solari che il direttore artistico
Frederic Maire (che lascia l’incarico quest’anno) hanno amplificato il messaggio su un festival da sempre libero e ribelle, nato dal lontano 1946 a difesa della libertà e contro l’uso politico e strumentale delle grandi dittature del passato. Discorsi forti anche stimolati da critiche ricevute per le troppe sezioni e la mancanza di tante star da “tappeto rosso” che lanciano Locarno sempre più come un festival veramente unico nel suo genere, non legato ad accordi commerciali con le major e sempre attento al mondo “in progress”. Un evento culturale che riesce ad anticipare i tempi, che è in grado di mettere il dito nella piaga delle tragedie umane, che trasmette film e documentari scomodi, che valorizza i nuovi registi ma che alla fine sprigiona quella passione smisurata per il cinema senza dimenticarsi dei grandi autori e maestri del passato.
Per festeggiare il centenario della musica da film, è stato proiettato al
FEVI del film "
Vitus" di
Fredi M.Murer interpretato dal bambino prodigio pianista Teo
Gheorghiu che racconta la storia appunto di questo straordinario artista, con anche uno splendido
Bruno Ganz nella parte del nonno che ha avuto un’influenza decisiva nell’infanzia precoce del giovane pianista. E d’incanto, sullo svanire della scena finale ecco l’orchestra della svizzera italiana che comincia un concerto il diciassettenne Teo, da pelle d’oca. Ovazione dei 4.000 presenti con quindici minuti di applausi. L’orchestra, approfittando del palcoscenico, ha manifestato con uno striscione per il taglio ahimè di importanti fondi destinati alla musica ed in particolare all’orchestra della svizzera italiana. Purtroppo non solo in Italia con il taglio netto del FUS (Fondo Unico Spettacolo) si và a colpire un settore vitale quale la cultura.
06/08/2009, 10:55
Luca Corbellini