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I migranti a Portopalo nel documentario "Il Viaggio
di Adamo" di Guido M. Coscino e Giuliano La Franca


I migranti a Portopalo nel documentario
Il naufragio di Natale '96 è una delle pagine più scure della nostra storia recente. 283 vittime, 283 migranti rimasti uccisi nell'affondamento della nave con cui tentavano di raggiungere l'Italia. Un disastro rimasto sconosciuto per molto tempo avvenuto a largo di Portopalo di Capo Passero, estremo meridione della Sicilia.
Il documentario "Il Viaggio di Adamo", presentato a Roma nella sede della casa editrice “GB EditoriA” non parla di questo incidente, ma ne prende spunto e lo usa come prologo per mostrare la realtà portopalese alla luce dell'esperienza migrante. Nello specifico caso, dopo l'affondamento, cominciarono a tornare alla luce i cadaveri delle vittime, spesso imbrigliati nelle reti dei pescatori che colpevolmente li rigettarono in mare per evitare guai con le autorità. Gli autori e registi del documentario di 42 minuti, Guido M. Coscino e Giuliano La Franca, sono andati a cercare di capire come si possa commettere un gesto del genere, cercando una cittadina disumana e trovando invece niente altro che una normale comunità italiana. Di fronte a un gesto riprovevole (forse non isolato all'affondamento del '96) gli autori trovano l'umano timore di perdere il lavoro per lungo tempo, con il fermo dell'imbarcazione, possibili sanzioni e verifiche sulle posizioni di pesca. E in una cittadina che non vuole più parlare dell'evento, scovano un agricoltore di origine tunisina ben inserito, felice di stare a Portopalo da 30 anni e anche una comunità di volontariato, che assiste i migranti che sbarcano ancora sull'isola, formata da ben 400 unità. L'Italia insomma. O forse l'umanità intera.

"Il Viaggio di Adamo" è un documentario leggero che colpisce senza forza, dove la scelta di voler parlare di Portopalo e dei suoi abitanti è debole rispetto alla tragedia del '96 in se stessa e alle colpevoli mancanze successive di autorità locali e nazionali. Buono il montaggio e la fluidità delle molte interviste; un po' prolisse alcune inquadrature dei cantieri, i camera-car e i passaggi nel porto. Discutibile la scelta (comune a molti documentari contemporanei) di evitare l'accompagnamento musicale lasciando il solo audio ambiente che racconta poco e appesantisce inquadrature già lunghe.
Il viaggio di Adamo è stato prodotto da Ginevra Bentivoglio, su un soggetto scritto dai registi insieme a Matteo Liberti, la fotografia in fornato 16:9 è di Niccolò Beretta e il montaggio di Maurizio Montesi.

27/09/2009, 18:39

Stefano Amadio